Nuova legge elettorale, solo ombre

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Il testo base della nuova legge elettorale è stata approvata dalla Commissione Affari costituzionali di Montecitorio con il voto favorevole del PD e del M5S, l’astensione di Leu e + Europa, l’assenza di Italia Viva e il voto contrario delle destre. E’ un testo sul quale la discussione in parlamento dovrà apportare modifiche sostanziali perché come è scritta non consente agli elettori di scegliere i candidati e non assicura la stabilità. Sono, infatti, aboliti i collegi uninominali e non è previsto il voto di preferenza e prevede accordi futuri in parlamento per formare il Governo stante la estrema difficoltà che un solo partito possa raggiungere la maggioranza assoluta.  Si ispira al modello tedesco ma non ne sposa appieno tutti i principi. Come quello tedesco è un proporzionale puro con una soglia di sbarramento del 5% e il diritto di tribuna riservato ai partiti che non raggiungono la soglia in campo nazionale ma almeno tre quozienti in due regioni. A differenza del Rosatellum, il Brescellum (così chiamato dal nome del deputato Brescia che ha redatto il testo) non prevede le coalizioni. Una novità è data dall’equiparazione dell’elettorato attivo e passivo anche al senato portandolo ai diciottenni.

Il sistema elettorale tedesco è altra cosa e nel suo insieme si giudica una legge elettorale che può essere proporzionale o maggioritaria a condizione che si rispetti il diritto degli elettori di scegliersi i propri candidati e di assicurare una maggioranza. Il sistema elettorale tedesco risponde in pieno a questi requisiti, il testo base del solito pateracchio all’italiana li ignora perché i partiti (della maggioranza e dell’opposizione!) si riservano il diritto di sceglierli loro a posto degli elettori e di costruire maggioranze anche contro le intenzioni espresse con il voto.

Il sistema tedesco è proporzionale con soglia di sbarramento al 5%. L’elettore ha a disposizione due voti. Con il primo esprime la sua preferenza votando il candidato che sceglie e con il quale quindi si instaura un rapporto diretto. A tale scopo vengono eletti n. 299 membri del Bundenstag (Parlamento) in altrettante apposite circoscrizioni. Al Bundesrat, invece, i membri vengono designati dai singoli governi federali. Con il secondo voto si vota il partito politico che in base alla percentuale conseguita attinge i deputati da apposite liste dei partiti in numero di 298.

Secondo il compianto prof. Sartori – il più famoso politologo costituzionalista del “900 – non esiste a priori una differenza costitutiva tra il sistema proporzionale e quello maggioritario. Ognuno può essere buono a condizione che assicuri una rappresentatività diretta e una migliore governabilità. Insieme con altri illustri costituzionalisti si fece promotore, al tempo di Renzi, del sistema maggioritario alla francese, con il doppio turno di collegio e senza premio di maggioranza. In Francia questo sistema funziona da 50 anni. Le leggi elettorali susseguite in Italia dal Mattarellum, al Porcellum al Rosatellum sono fallite miseramente perché non hanno assicurato ne governabilità ne rappresentanza. Su questa scia si avvierebbe ad un sicuro fallimento anche quella che si sta preparando.

Il ruolo della stampa e della televisione in questo campo è fondamentale nell’informare i cittadini e gli elettori che si sta commettendo l’ennesimo scippo al loro diritto di scegliersi i propri rappresentanti e il M5S e il PD, che si richiamano continuamente al popolo, dovrebbero tener presente che così si alimenta l’anti politica e i movimenti della società civile, come le sardine, dovrebbero suscitare le coscienze e lo sdegno nazionale. Senza voto di preferenza non dovrà passare nessuna legge con o senza la vittoria del Si o del No al referendum.

di Nino Lanzetta



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