“Nuovo PD” col rientro di Bersani?

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La novità maggiore del “nuovo PD” potrebbe essere il ritorno di Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e forse anche Massimo D’Alema nel partito da cui se ne sono andati via. Dunque non un nuovo PD, ma un partito che riunisce due partiti: lo stesso PD e gli scissionisti di Articolo 1, già premiati alle elezioni politiche del 25 settembre con l’elezione di 5 deputati, nonostante il contributo modesto. Dipenderà anche da chi sarà il vincitore del congresso, se Elly Schlein o Stefano Bonaccini. La prima ben felice di riaccogliere chi la consiglia politicamente e il secondo pronto a silenziare la “vecchia guardia”.

“Credo sia normale che dopo tante sconfitte si possa fare un passo di lato, per consentirne uno avanti ad un nuovo gruppo dirigente. Non c’è alcun fatto personale, ma io cambierò la squadra da cima a fondo”, ha detto Bonaccini. Il che non significa soltanto il ritorno degli scissionisti, ma anche di chi è rimasto nel PD (e non lo appoggia, come Dario Franceschini). Andrà a finire bene?

Le difficoltà del PD potrebbero durare a lungo, anche dopo il congresso, che non sembra certo essere risolutivo, perché fin qui si è discusso di fasi costituenti che non costituiscono niente e di regole su come fare il congresso (primarie online, offline, varie ed eventuali).



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