Oligomenorrea, se le mestruazioni rallentano: cause, sintomi e cure

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La periodicità del ciclo mestruale femminile è il risultato della corretta funzionalità dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, finemente modulata da neurotrasmettitori, ormoni sessuali, surrenali e tiroidei.

«La durata, calcolata come l’intervallo fra il primo giorno di un ciclo e il primo giorno del ciclo successivo, è considerata normale fra 28 e 35 giorni», indica la dottoressa Maria Francesca Simonetta, responsabile dell’Unità Autonoma di Ginecologia dell’Ospedale Koelliker di Torino. «Da 36 a 90 giorni di intervallo si parla di oligomenorrea, oltre i 90 giorni si considera amenorrea». Esiste comunque una variabilità personale, legata a fattori quali l’età, la costituzione fisica, lo stile di vita, le abitudini alimentari e l’etnia.


Che cos’è l’oligomenorrea

Nel corso del ciclo mestruale, si alternano due diverse fasi. Quella follicolare – detta anche fase pre-ovulatoria – inizia il primo giorno del ciclo e termina con l’ovulazione: il suo nome è dovuto al fatto che, grazie all’aumento di diversi ormoni, nell’ovaio maturano i follicoli, cavità piene di liquido simili a piccole cisti, che si preparano all’ovulazione.

Dopo il rilascio dell’ovulo, pronto per essere fecondato, segue la cosiddetta fase luteale, che dura circa 14 giorni: ciò che resta del follicolo ovarico viene trasformato in corpo luteo, una sorta di “ghiandola temporanea” che produce una serie di ormoni (progesterone, estrogeno), fondamentali per la procreazione. In caso di mancata fecondazione, poi, il corpo luteo degenera nell’arco di due settimane.

«La fase soggetta a variabilità di durata, cioè quella che può determinare il ritardo tipico dell’oligomenorrea, è la follicolare», precisa la dottoressa Simonetta.

Quali sono le cause dell’oligomenorrea

L’oligomenorrea è frequente e para-fisiologica nei primi cicli successivi al menarca (il primo flusso mestruale della donna) e nel periodo perimenopausale: dunque, è opportuno distinguere attentamente se si tratta di una condizione fisiologica oppure patologica.

«Saltuari episodi di irregolarità mestruale non sono da considerarsi patologici, mentre si presume una patologia in presenza di sintomi concomitanti quali acne, irsutismo, galattorrea, obesità e alterazioni del metabolismo, come diabete e tireopatie», sottolinea l’esperta.

L’obesità è frequentemente associata all’oligomenorrea, in quanto il tessuto adiposo svolge funzioni endocrine e interviene nella sintesi di ormoni sessuali e nel metabolismo glucidico, creando spesso resistenza all’insulina. «Anche la sindrome dell’ovaio policistico, presente in circa il 10 per cento delle donne in età fertile, è caratterizzata da oligomenorrea, oltre che da anovularietà, alti livelli di androgeni, resistenza all’insulina e presenza di cisti multiple sull’ovaio», riferisce la dottoressa Simonetta.

Ulteriori cause di oligomenorrea possono essere alterazioni della funzionalità tiroidea e surrenalica, disturbi alimentari, assunzione di farmaci anti-epilettici e anti-psicotici e, pure, l’intensa attività fisica.

Quanto pesa lo stress

«Tutte le percezioni che afferiscono all’ipotalamo dalla corteccia cerebrale influenzano la regolazione ormonale: in particolare, lo stress fisico ed emotivo determina un ipertono dell’asse surrenalico e della produzione di prolattina con conseguenti ripercussioni sul ciclo mestruale», sottolinea la dottoressa Simonetta.


Come si indaga l’oligomenorrea

Per quanto variabile a livello individuale, il ciclo mestruale deve avere una certa regolarità. Se questa viene meno, è bene rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia per indagarne le cause.

Dopo una prima fase di accurata anamnesi e un’ecografia pelvica transvaginale, possono essere prescritti  alcuni esami del sangue, fra cui dosaggi ormonali (LH, FSH, progesterone, estradiolo, testosterone, prolattina, TSH).

Come si cura l’oligomenorrea

Il trattamento dell’oligomenorrea deve essere attentamente modulato sulla singola paziente in base all’età, al desiderio di gravidanza, alla condizione fisica ed emotiva. In caso di ovaio policistico, per esempio, la terapia prevede l’assunzione di contraccettivi orali, mentre nell’insulino-resistenza (tipicamente associata all’obesità) si può ricorrere a farmaci anti-diabetici, come la metformina.

«L’utilizzo dell’inositolo, composto appartenente alle vitamine del gruppo B, è indicato nella correzione dell’oligomenorrea delle adolescenti, migliora la sensibilità all’insulina e riduce i livelli di androgeni in caso di sindrome dell’ovaio policistico», descrive la ginecologa. «In alcuni casi è opportuno modificare lo stile di vita, ridurre le fonti di stress, aumentare l’esercizio fisico oppure correggere gli squilibri ormonali».

L’importante è non trascurare i sintomi: se non trattata, l’oligomenorrea può sfociare in amenorrea con problemi di infertilità e osteoporosi. «Il giusto approccio è quello multidisciplinare: il ginecologo deve coordinarsi con endocrinologo, nutrizionista e altre figure specialistiche per arrivare a un quadro generale che conduca alla giusta diagnosi e all’idonea terapia», conclude l’esperta.

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