Senza rendercene conto, sbattiamo le palpebre 15-20 volte al minuto per mantenere gli occhi puliti, umidi e protetti. Può accadere che uno di questi due lembi cutanei si contragga in maniera ritmica e incontrollata, determinando una sorta di tremolio: il nome scientifico di questo fenomeno è miochimia palpebrale e, solitamente, non nasconde nulla di preoccupante.
«Intorno agli occhi c’è il muscolo orbicolare, che è responsabile dell’ammiccamento e della chiusura involontaria delle palpebre», spiega la dottoressa Daniela Pavese, oculista presso Eyecare Clinic a Milano. «A determinare la sensazione di tremolio sono dei piccoli spasmi a carico di questo muscolo, dovuti a una sovra-stimolazione della struttura: durano pochi secondi e poi scompaiono».
Quali sono le cause della miochimia palpebrale
In genere, il tremolio riguarda un solo occhio e ha una causa idiopatica, cioè non precisamente definita, e tutto sommato benigna: significa che il sintomo scompare così come è comparso. «Sovente è lo stress a scatenare il problema oppure un abuso di caffè o sigarette», descrive la dottoressa Pavese.
Altre volte, invece, di base ci possono essere un affaticamento visivo, una carenza di sonno oppure un deficit di magnesio o di vitamine del gruppo B. «Talvolta, invece, c’è una causa irritativa, come nel caso dell’occhio secco: in questo caso, se l’oculista applica sull’occhio un anestetico locale in collirio, l’ossibuprocaina cloridrato, il paziente smette di avvertire il tremolio. E questo permette di arrivare alla diagnosi», descrive l’esperta.
Quando rivolgersi all’oculista
Se il sintomo è persistente oppure si accompagna ad arrossamento o secrezioni, è bene rivolgersi al proprio oculista di fiducia per escludere che possa trattarsi di blefarospasmo (una contrazione involontaria che causa la chiusura a intermittenza e spesso completa delle palpebre) o della sindrome di Meige (una patologia neurologica che colpisce tutti i muscoli della faccia e si manifesta con ammiccamento involontario, digrignamento della mandibola e smorfie facciali).
Come si cura la miochimia palpebrale
Di solito, la miochimia palpebrale si auto-risolve, senza necessità di intervenire con qualche trattamento. «Ovviamente è necessario individuare la causa scatenante per interromperne la genesi, per esempio trattando l’occhio secco con le lacrime artificiali, diminuendo l’assunzione di caffè o imparando a rilassarci», suggerisce la dottoressa Pavese.
Solamente nei casi più gravi e persistenti, si può ricorrere a iniezioni periodiche di botulino nello spessore delle palpebre, in modo da far cessare gli spasmi, o addirittura alla chirurgia: «La blefaroplastica serve a “ridurre” il muscolo orbicolare, in modo da diminuire anche la sintomatologia», conclude l’esperta.
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