La storia d’amore tra Fabiano Parisi e l’Avellino si è conclusa nel peggiore dei modi. Dopo l’entrata a gamba tesa di Giuffredi, il certificato medico presentato alla società e il lungo tira e molla che ha preceduto l’accordo con l’Empoli, il giovane terzino ha deciso di fornire la sua versione dei fatti ai microfoni de “Il Mattino”.
Il quadro che ne viene fuori è quello di un ragazzo ferito, che ha sparato a zero sulla società biancoverde, denunciando – a detta sua – un trattamento ingiusto da parte del club: “Insieme ai miei genitori ero convinto di restare un altro anno ma evidentemente sia la società che il direttore avevano deciso di vendermi per fare cassa. Qualcosa, in verità, l’avevo già intuita quando il presidente, nella sua prima intervista, disse che sarebbe stato difficile trattenermi. Per farlo, invece, sarebbe bastato adeguarmi il contratto senza pugnalarmi alle spalle insieme al direttore, che con me non ha mai parlato di nulla, eppure ha avuto tanti mesi per adeguarmi il contratto così come aveva invece già deciso di fare lo scorso gennaio Carlo Musa. All’epoca il mio ex agente era d’accordo su tutto per un triennale che poi, andato via Musa, nessuno mi ha più proposto. Malgrado ciò siamo ripartiti con la trattativa con il mio nuovo agente Mario Giuffredi ma, quando è arrivata quella Pec a cui abbiamo fatto seguire il certificato medico, ho capito che ormai mi avevano messo alla porta”.
L’accusa
Dopo aver ricostruito lo stato della trattativa nei mesi passati, Parisi ha attaccato la società, rea di avergli proposto un contratto di addestramento tecnico e non da professionista: “Nel bel mezzo della trattativa in cui io e l’agente aspettavamo di ricevere quanto meno un’offerta di ingaggio in linea con quella dei miei compagni mi sono visto recapitare questa lettera, senza preavviso, che mi vincolava fino al 2023 a circa mille euro al mese e mi invitava ad andare in sede a firmare. Secondo voi cosa avrei dovuto fare? Rinunciare di nuovo ad un contratto da professionista, non andare più ad Empoli ed accettare in silenzio?”. Parisi si sarebbe aspettato in pratica un’offerta congrua al suo valore, considerati i sacrifici fatti per la maglia biancoverde: “Non voglio essere polemico ma, dopo due anni in cui ho dato tutto per la maglia praticamente gratis perché mi sento un lupo, ho giocato persino con una costola fratturata tenendo nascosto il problema a mia madre e rinunciato a migliaia di euro, mi aspettavo un trattamento diverso”.
Il saluto ai tifosi
L’ormai nuovo terzino dell’Empoli ha concluso l’intervista ripercorrendo il suo biennio in Irpinia e salutando i tifosi, i più feriti dal suo particolare addio: “Sono stati due anni fantastici in cui mi sono esaltato giorno dopo giorno. Ogni tanto penso ancora alla finale di Rieti e mi vengono i brividi così come alla rimonta dello scorso anno fatta con Eziolino Capuano, che è stato fondamentale per la mia crescita. Il mio ringraziamento più importante, però, va ai tifosi che mi hanno sempre circondato con il loro affetto facendomi sentire importante. A loro dico che sono e resto un lupo. Un giorno rivestirò la maglia biancoverde perché il mio è solo un arrivederci”.