Parte da Noi Avellino, dibattito sul nuovo PD: “Si parta dai veri temi della sinistra per un nuovo corso”

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Diritti, partenze, migranti e accoglienza. Questi i temi principali dell’incontro organizzato da “Parte da Noi – Avellino per Elly Schlein” dal nome “Il nuovo PD per il Sud”.

Ad aprire il dibattito é stato Lello De Stefano: “É un’idea che nasce “sotto palco” con Toni Ricciardi all’assemblea nazionale e l’abbiamo subito detta a Elly.
La Schlein rappresentava l’ultima possibilità per il PD per poter sognare ancora.
Siamo un popolo accogliente ma la destra fa la destra che però può essere sconfitta.
I sondaggi ci stanno premiando, quello che Elly ha fatto in silenzio a Cutro, nel silenzio, senza proclami. Ringrazio tutti coloro che hanno fatto vincere la Schlein e dimostra come Avellino non é quella che stiamo vivendo in questo periodo. Questa città non é destinata a perdere nel 2024 e restare in quel modo di fare che l’ha fatta diventare un villaggio. Credo che la città debba fare crescere i giovani, siamo terra d’accoglienza. Quanti figli dell’Irpinia si realizzano lontani da questo territorio e il dovere di una forza di sinistra che hanno creduto nell’ identità di sinistra debba stimolare i giovani. Gli spettacoli visti a Napoli e Caserta non devono ripetersi più. Vorremmo fare degli appuntamenti tematici per trasmettere all’esterno un PD forte, compatto e che invita alla riflessione. Per la città di Avellino bisogna creare un campo largo coinvolgendo tutti.

La nostra terra non é quella interpretata da Piantenosi. La nostra terra é quella di Guido Dorso, della solidarietà”.

Ha poi continuato il segretario provinciale del Partito Democratico Nello Pizza: “É un incontro con temi molto importanti, cari al PD. La solidarietà, la dignità del lavoro, tutti temi che un partito di sinistra deve avere al suo centro. Suo migranti é in atto un tentativo di fare qualche voto in più. Si é creata un falso allarme. Veramente vogliamo pensare che l’Italia da sola non sia in grado di dare disponibilità a queste persone? Si finisce per creare un dramma che pagano i migranti. Non possiamo girare la faccia dall’altra parte, dobbiamo soccorrerli per quanto possibile e fare anche l’impossibile. Non possiamo accettare di fare morire persone in mare sapendo che sono in difficoltà.
Dobbiamo cercare di attrarre i giovani, cercando di non farli andare via dalla nostra terra. Sono contento che si sia aperto il dibattito sul salario minimo, ma questo deve garantire, in primis, qualcosa, una vita dignitosa per costruire un futuro. Finalmente il Partito Democratico é tornato a parlare di temi che ci hanno fatto appassionare in passato e tornare tra la gente”.

Ha proseguito Antonio Gengaro: “Il fatto che il nostro ministro degli interni sia un prefetto non é una scusante. Rimane imperdonabile aver definito quelle persone un “carico residuale” che rappresenta la cifra della sensibilità. Viviamo in uno Stato solidale, quindi tutti i meccanismi dell’accoglienza li organizza lo Stato. ‘Ospitateli a casa vostra’, ma noi paghiamo le tasse per creare strutture in grado di garantire un’accoglienza degna. I fondamentali dai quali partire sono: l’art. 2 della Costituzione, l’art. 10 che vanno letti in combinato disposto con l’art. 3. Tutti i lavori usuranti sono coperti da giovani migranti”.

Ha poi preso la parola Sara Iannaccone, delegata all’assemblea nazionale: “Il tema della migrazione lo vedo quotidianamente in quanto supporto spesso la questura e la difesa dei migranti. Dobbiamo riflettere su cosa sia la vita, il fine della vita, l’autodeterminazione. Voglio sensibilizzare tutti con una storia: una ragazza era partita dal Nord Africa, era stata venduta dalla madre ma lei non lo sapeva. era stava venduta a uno sciamano, seviziata, drogata poiché la si riteneva portatrice di malessere, del demonio e lei si era autoconvinta di dover essere allontanata. É partita per la Libia con l’idea di arrivare in Italia e studiare per diventare una parrucchiera. Durante questo tragitto ha dovuto prostituirsi per poter finanziare il suo sogno, e dalla Libia é stata imbarcata su di una barchetta di notte, drogati, alcolizzati, poiché dopo aver pagato non dovevano vedere le condizioni delle barche. In questo viaggio ha perso un’amica che era rimasta incinta. Arrivata in Sicilia ha continuato a prostituirsi per i nordafricani ma ha avuto il coraggio di denunciare. Questa é solo la punta dell’iceberg e mi sento in dovere di raccontare questa storia per testimoniare al volontà di queste persone che partono per vivere, sopravvivere”.

La parola poi a Claudio Petrozzelli: “Le persone migrano per ragioni economiche. Non siamo riusciti a garantire una vita dignitosa, dimentichiamo che tante situazioni sono causate dall’Europa e da tanti Stati che hanno sfruttato quei territori. Le partenze sono causate dalle guerre, che si susseguono senza sosta. Per la guerra in Ucraina non si parla di pace, ma solo di sconfitta e di invio delle armi e stiamo facendo un errore enorme. Noi italiani non eravamo tanto diversi da chi arriva oggi qui. Spesso i migranti vengono utilizzati solo per la manodopera a basso prezzo. La maggior parte di essi non arrivano via mare, ma via terra attraverso la rotta balcanica. Sono contento che ci sia stata questa prima opportunità per parlare di questi argomenti. Ogni anno in Irpinia vanno via centinaia di persone e non possiamo più permetterlo. I nostri rappresentanti devono fare il possibile, prendere una decisione altrimenti tra 10 anni non ci sarà nessun altro giovane. Il problema delle aree interne é che non sono collegate nemmeno con il capoluogo, e questo non permette uno sviluppo. Invito, infine, tutti, a partecipare”.

Don Vitaliano che gestisce la Caritas ad Avellino, “denuncia” la solitudine nel gestire l’accoglienza: “Il problema é che spesso al dormitorio della Caritas ci troviamo da soli a dover gestire situazioni che non sono previste nemmeno dai regolamenti. Le situazioni che arrivano da noi sono più di questo tipo che “normali”. Vogliamo provare ad allargare il dormitorio e uscire dai regolamenti, anche perché spesso é la Questura ad accompagnare clandestini che dormono lì. Si creano dei cortocircuiti. Ma il nostro dovrebbe essere solo un luogo ‘d’emergenza’. Oggi gli anziani hanno difficoltà poiché le case di riposo si pagano e con le pensioni non si riesce, quindi ospitiamo anche loro. Ma non è una soluzione dignitosa per loro. Di fronte troviamo un muro, tutti se ne lavano le mani. Spesso ci sentiamo soli a gestire questo problema, lo facciamo volentieri, ci mancherebbe, ma ad Avellino ogni qualvolta c’é un problema che riguarda un migrante arriva la soluzione. Si fanno le riunioni ma poi finisce lì. Chiedo al Partito Democratico di farsi carico per trovare una soluzione dignitosa”.


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