«All’Irpinia serve un Pd forte ed organizzato, all’altezza della sfida del futuro. I tempi per celebrare il congresso sono maturi, il partito deve recuperare la sua capacità di proposta su Next Generation e nuova programmazione dei fondi europei». L’ex presidente del consiglio regionale, Rosa D’Amelio, oggi consigliera del Governatore con delega alle Pari Opportunità, a tutto campo sul Pd e sulla fase politica attuale.
Il consigliere regionale Petracca ha lanciato il manifesto per un nuovo Pd, cosa ne pensa?
«Ogni iniziativa che può essere da stimolo al Pd, in una fase in cui c’è da definire l’organizzazione interna del partito e stimolare l’avvio di una discussione sul futuro del territorio, non può che essere definita utile. Il confronto tra idee, per arrivare a proposte concrete e valide per le nostre comunità, è sempre necessario e ben accolto».
Siamo alla vigilia della programmazione del Recovery Fund che, per le aree interne, stanzia un bel po’ di risorse. Il Pd dovrebbe dire la sua.
«Questo è il punto fondamentale, siamo al giro di boa per il Paese e per l’Irpinia. Personalmente preferisco Next Generation, come accade nel resto d’Europa, perché la sfida che abbiamo davanti riguarderà appunto le prossime generazioni: siamo di fronte ad un nuovo Piano Marshall perché è necessario ricostruire nuovamente il Paese dopo il Covid. Siamo in una fase in cui a tutti, associazioni, cittadini, enti locali e chiaramente ai partiti, è chiesto di fare la propria parte. Il Pd ha una responsabilità più degli altri, è l’unico partito ancora radicato, che ha una sua storia, una sua forza, ed è chiamato a dare il suo contributo in un confronto aperto con i territori. Abbiamo ministri di grande spessore su questi temi, penso ad Amendola, Provenzano, Gualtieri che stanno scrivendo, con il contributo dei tecnici, la piattaforma del piano. Ora c’è da far sentire la nostra voce, esattamente come sta facendo il Presidente De Luca. Il 50% delle risorse deve essere indirizzato al Mezzogiorno. Il Paese va riequilibrato e non per una concezione meridionalista ma per uno sviluppo reale complessivo che non può esserci finché sussisteranno divari e differenze così profonde tra Nord e Sud. Il Next Generation è l’occasione per le aree interne, a cui sono destinate risorse notevoli, di poter trovare centralità nelle ipotesi di utilizzo delle risorse. Basta seguire le linee guida che detta l’Europa: green, digitale, donne e giovani. In tempo di Covid abbiamo capito quanto e come i nostri territori, se incardinati in processi di sviluppo, possono essere attrattivi. E poi bisogna correggere il tiro rispetto ai vulnus messi in evidenza dalla pandemia, a partire dalla salute delle persone, quindi investimenti sulla medicina territoriale, e, da donna e componente del tavolo di partenariato della Regione mi batterò per questo, dal riequilibrio delle differenze di genere».
La discussione passerà inevitabilmente per il congresso che dovrebbe tenersi il prossimo 28 febbraio. Che appuntamento auspica per il Pd irpino?
«L’Irpinia ha sempre premiato il Pd con grandi risultati elettorali sia a livello nazionale che regionale. E questo nonostante da cinque anni però il Pd irpino non riesca a darsi un’organizzazione e un gruppo dirigente. Questo è un messaggio sbagliato perché mai come ora ci vuole un partito in connessione con i territori, con gli amministratori locali, con le comunità per disegnare lo sviluppo futuro. Per il resto c’è il Pd nazionale e una commissione che dettano le regole con cui celebrare il congresso. Personalmente non mi impicco al giorno o all’ora esatta in cui debba tenersi, ma sono fermamente convinta che i tempi siano maturi e, fermo restando il rispetto delle misure anti Covid, ci sono tutte le condizioni per celebrarlo».
Un congresso che dovrà affrontare anche le scadenze elettorali delle amministrative e delle provinciali.
«Assolutamente, si vota per il rinnovo del consiglio provinciale ma anche in 30 comuni, praticamente in un terzo di provincia. Bisogna attrezzarsi, ma soprattutto recuperare la capacità di essere propositivi. Non ci sono parole per ringraziare Aldo Cennamo per il lavoro svolto in questi anni, una figura di indubbio spessore come dimostra la sua storia politica, ma il Pd deve tornare ad essere protagonista della vita politica e delle linee di sviluppo per l’Irpinia. Ci sono le elezioni da affrontate, c’è il Recovery e, non ultimo, la nuova programmazione regionale dei fondi europei. Appuntamenti che necessitano di un partito forte, autorevole e organizzato».
Come giudica, in questo frangente, la crisi di Governo?
«Una follia non tanto per i contenuti sollevati da Renzi, alcune questioni che ha posto come il miglioramento del Recovery Fund e maggiore chiarezza su tempi e modalità della spesa dei fondi, erano condivisibili. Il punto è che ottenuto questo, visto che le prime modifiche al Next Generation sono state apportate, non si capisce perché Italia Viva abbia comunque deciso di spingere l’acceleratore sulla crisi fino a ritirare due ministre. Un atteggiamento politicamente intollerabile ma soprattutto incomprensibile per le persone. Fuori dai palazzi la gente chiede alle forze politiche di maggioranza ben altro, come ad esempio un’accelerazione sulla campagna di vaccinazione contro il Covid. Dobbiamo mettere in sicurezza il Paese e se Pfizer non ce la fa a produrre le dosi necessarie, si stringa un accordo con le case farmaceutiche italiane per allargare il raggio di produzione dei vaccini necessari ad uscire quanto prima dall’emergenza. Un partito politico discute di questo, non innesca crisi di Governo nel momento peggiore in cui si trova il Paese».