
«Per la Dogana siamo ancora alla Fase zero. Lo dimostra il fatto che il progetto di rinascita è addirittura sparito dai proclami dell’amministrazione comunale in merito alla riapertura dei cantieri pubblici presentata come momento di rinascita dopo l’emergenza Coronavirus». Franco Festa, scrittore e portavoce del Comitato “Salviamo la Dogana” riaccende i riflettori sul futuro dell’antico monumento di Piazza Amendola. Un vero e proprio giallo, considerando che le ultime notizie ufficiali arrivate da Palazzo di Città risalgono all’inizio di febbraio, quando (leggi qui) per motivi di pubblica sicurezza l’amministrazione ha deciso di prorogare per tutto il 2020 il progetto di monitoraggio statico di quel che resta della facciata della Dogana dei Grani. Nominato il pool di tecnici interni all’ente di Piazza del Popolo che dovrà occuparsi della redazione del progetto definitivo/esecutivo, del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione nonché della direzione lavori, recuperati grazie al Programma Integrato Città Sostenibili i 3,5 milioni di euro necessari all’intervento, del progetto si è persa ogni traccia. Tanto che, fa notare Festa, «l’assessore ai lavori pubblici Antonio Genovese, urbi et orbi, ha annunciato la ripresa dei cantieri di Tunnel, Piazza Castello, Parco Santo Spirito ed altre opere cantierabili dimenticando clamorosamente la Dogana. Eppure gran parte dell’iter tecnico-burocratico è già stato espletato e i fondi sono immediatamente disponibili. Cosa aspetta il sindaco per avviare il recupero della Dogana? Quando conosceremo finalmente il progetto esecutivo? A quando la gara per l’avvio dei lavori?»

In attesa di una risposta ad un incontro che il Comitato aveva chiesto prima del lockdown, «periodo durante il quale mi auguro quantomeno che si sia lavorato alla progettazione», Festa solleva alcune questioni: «c’è bisogno di chiarezza, innanzitutto sul famoso progetto esecutivo bisogna chiarire chi e come deve realizzarlo e poi, aspetto non secondario su cui più volte abbiamo chiesto lumi alla Sovrintendenza, sul ripristino della statuaria nel suo posto naturale e che invece, attualmente, giace ancora nei depositi della Dogana dei Grani di Atripalda. Dell’architetto Francesco Venezia, nominato dal sindaco Festa superconsulente già in campagna elettorale, si sono perse le tracce da dicembre quando annunciò che avrebbe voluto trasformare il monumento non solo in centro giovanile, ma anche in sede espositiva per opere d’arte contemporanea. Una cosa è certa. E’ finito il tempo dei proclami. Servono segnali concreti e lo diciamo non per il gusto di alimentare polemiche, ma perchè proprio in questo momento di grande crisi economica e sociale la città, in particolare il centro storico, avrebbe bisogno di un messaggio di speranza».
Per il “Comitato” infatti le attività di ristorazione del centro storico, per la maggior parte piccoli locali con poco spazio esterno, sono quelle che risentiranno maggiormente della crisi anche nella Fase 3, considerando l’inevitabile riduzione di utenza a cui dovranno adeguarsi nel rispetto delle normative anticontagio. «Per molti di loro la ripresa sarà lenta, per altri purtroppo non è detto che riuscirà. Ecco perchè crediamo- conclude Festa- che sia proprio questo il momento di lanciare un messaggio di rinascita per la città, a partire dalla Dogana che, in un futuro speriamo non troppo lontano, possa rappresentare anche per il commercio della zona un valore aggiunto in termini di presenze e anche di consumi. Ad oggi purtroppo l’unico atto concreto resta quello del commissario prefettizio Giuseppe Priolo che ha salvato i Pics e di conseguenza i fondi per il restauro della Dogana. Festa, per il principio della continuità amministrativa, ha firmato atti predisposti da altri. Ora è arrivato anche per lui il tempo di deporre gli annunci da campagna elettorale, e passare ai fatti. Anche a lui tocca fare un passo in avanti per restituire la Dogana agli avellinesi».
Tunnel, piazza Castello e altri. Cantieri pronti a partire, ma andranno rivisti i costi
