perché Biancolino non può farne a meno

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Arrivato in Irpinia poco più di un anno fa, nel gennaio 2024, Totino De Cristofaro si è rapidamente affermato come uno dei migliori giocatori dell’Avellino, fino a diventarne uno dei simboli. Tra gol pesanti e tackle, qualità e quantità, intelligenza tattica e propensione al sacrificio, l’ex calciatore del Picerno è rapidamente entrato nel cuore dei tifosi ed è diventato un uomo chiave nelle gerarchie di Biancolino che, dopo averlo tenuto fuori a sorpresa con il Foggia, ne ha subito riscoperto l’imprescindibilità nel match con il Crotone.

De Cristofaro, l’anima del lupo: perché Biancolino non può farne a meno

Di professione centrocampista, De Cristofaro è un calciatore vecchio stampo, uno di quelli destinati a far innamorare tifosi e allenatori. Dna da box-to-box e anima da lupo, l’ex Cerignola riesce a conciliare in sé caratteristiche differenti, risultando abile ed efficace sia in un gioco di intenzioni che in un assetto tattico più pratico e concreto.

Qualità che, nella mediana a 3 di Biancolino, a volte profondamente “ispirata” e altre votata ad un maggiore sacrificio, lo rendono uno degli elementi più importanti, come si evince dalla recente debacle di Foggia – avvenuta in sua assenza – e dai numeri che ne stanno caratterizzando la stagione. Cifre alla mano, infatti, De Cristofaro è il giocatore della rosa biancoverde che vanta la maggior media punti (2) in rapporto ai minuti giocati in campionato (1886): un dato che dice molto, se non tutto, della sua centralità.

Abile nelle letture ed energico in interdizione, De Cristofaro è in sostanza il “motore” della squadra di Biancolino, quello che ne detta il ritmo emotivo, influenzando con le sue prestazioni l’interpretazione della gara da parte dell’intera squadra. Interpretazione che, nella maggior parte dei casi, si rivela vincente: motivo per il quale il “Pitone” sa di non poterne fare a meno per un Avellino determinato a inseguire un sogno chiamato Serie B.



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