Piano di zona, l’assemblea decreta l’incompatibilità di Aufiero (Pratola Serra) – IL CIRIACO

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L’assemblea dei sindaci del Piano di Zona A4 vota a maggioranza per sollevare Antonio Aufiero dal cda. Il presidente del consiglio comunale di Pratola Serra e candidato in pectore alle elezioni regionali in quota Forza Italia, avrà ora dieci giorni di tempo per presentare le sue controdeduzioni. Con il voto favorevole dei comuni di Avellino, Roccabascerana, San Martino Valle Caudina, Montefredane e Tufo, i voti contrari di Pratola, Capriglia e Tufo e tre astenuti, è passata la richiesta avanzata dal cda su proposta del sindaco del capoluogo Gianluca Festa. La presunta incompatibilità, questa la tesi di Festa accolta dalla maggioranza dell’assemblea, scaturirebbe dall’articolo 64 comma 4 del Tuel secondo cui non possono essere nominati rappresentanti del comune parenti del sindaco (Aufiero è fratello dell’attuale primo cittadino di Pratola Serra). Ma, questa la linea di difesa già adottata pubblicamente, Aufiero sostiene di non essere all’interno del cda in rappresentanza del comune amministrato dal fratello Emanuele, bensì in quanto componente eletto dall’assemblea consortile che a maggio del 2019 decretò la sua elezione a scrutinio segreto.

Tra i contrari anche il sindaco di Capriglia e presidente dell’assemblea, Nunziante Picariello. «Ho votato contro l’incompatibilità di Aufiero, perché quando è stato eletto ha avuto l’unanimità dei voti tranne il mio che mi astenni visto il ruolo superpartes che ricopro. Peraltro nel nostro regolamento non è scritto da nessuna parte che la parentela con un sindaco sia causa di incompatibilità per i componenti del cda, né mi risulta che Aufiero abbia mai avanzato richieste per il suo paese. Il mio no alla proposta del cda non è legato alla questione in sé, ma al fatto che non ritengo sia questa la priorità dell’ambito, tantomeno il problema maggiore del piano di zona. Una provocazione per provare a smuovere le acque e far venire allo scoperto il pantano in cui si ritrova la società consortile che dovrebbe guidare le nostre politiche sociali». L’assemblea ha anche provveduto a nominare nuovo coordinatore di piano il segretario generale del Comune di Avellino Vincenzo Lissa, che subentra al dimissionario Luigi Cicalese.

«Ad oggi l’assemblea ha chiuso tutte le sue pratiche, chi invece ha ancora tutto arretrato è il cda che blocca la nascita dell’azienda consortile che ad alta voce tutti reclamano di volere, poi però nessuno muove un dito per farla decollare» aggiunge Picariello.

Al netto della querelle giudiziaria che va avanti tra il direttore in pectore dell’azienda consortile Raffaele D’Elia e il sindaco di Avellino Gianluca Festa che ha bloccato la firma del suo contratto, incassando però il primo round dal Tribunale del Lavoro (leggi qui), il presidente dell’assemblea esorta «il cda a riunirsi visto che da mesi non lo fa. A fine anno scadranno anche i termini per andare avanti con il vecchio Piano d’Ambito quindi bisogna decidere il da farsi. Se non si riunisce il cda, che deve deliberare e disporre per la redazione del bilancio e nominare il responsabile finanziario, allora abbiano il coraggio di dire una volta e per sempre che si vuole continuare ad andare avanti con il vecchio schema. Lo si dica con chiarezza, e un attimo dopo ci si adoperi per mettere al loro posto le cose anche lì: stiamo andando avanti con un consiglio d’ambito che non ha presidente, visto che il sindaco di Avellino non è mai stato eletto. Il direttivo non viene convocato da tempo immemore, addirittura uno dei quattro componenti risulta dimissionario da anni e non viene mai sostituito. Alla fine chi decide? L’unica carica effettiva è quella del vicepresidente, il sindaco di San Martino. Anche l’ultima programmazione approvata (per ben 8,5 milioni) non aveva né il parere del direttivo, né di un presidente in carica. Così non si può continuare, è impensabile andare avanti con il vecchio schema che gestisce milioni di euro e che vede una sola persona autorizzata ad operare. L’organizzazione dell’azienda consortile è ferma, manca personale specializzato e qualificato sui servizi sociali, e se non fosse per il sacrificio di quei pochissimi dipendenti che abbiamo, non sarebbe partito nessun servizio al cittadino».

 



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