Piedi gonfi e fastidi, non è colpa del caldo ma di un morbo molto grave: riconoscilo subito

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I piedi gonfi potrebbero non essere causati solo dall’arrivo del caldo, ma da una patologia molto più seria: ecco di cosa si tratta

Siamo a metà maggio e i primi veri caldi sono arrivati su molte città italiane, tra maniche corte e la necessità di rinfrescarsi che sta già prendendo il sopravvento. Molte persone iniziano già a sperimentare alcuni sintomi tipici della bella stagione: gambe bollenti e pulsanti, ma anche i piedi gonfi, sono solo alcuni di questi, e non bisogna sottovalutarli in partenza.

Piedi gonfi? Non sottovalutare il problema – Foto Web365 Srl ilciriaco.it

Se per gli arti inferiori potrebbe trattarsi di insufficienza venosa, soprattutto nelle donne – maggiormente predisposte al problema -, i piedi gonfi possono nascondere un morbo molto più serio e dall’incidenza minore, ma che non va sottovalutato o escluso a priori. Stiamo parlando dell’esostosi o sindrome di Haglund, una condizione medica che si palesa con un’escrescenza ossea che provoca molto dolore nel paziente.

L’ingrossamento osseo deve essere prontamente individuato rispetto ai gonfiori di altra natura e si presenta soprattutto all’attaccatura del tendine d’Achille. Causa un notevole aumento di pressione nella zona, e da lì deriva il forte dolore, che spesso diventa anche invalidante. È difficile svolgere qualsiasi attività quotidiana, dalla camminata alla guida, creando molto disagio nella sfera sociale, professionale e individuale.

Morbo di Haglund: cause, diagnosi e prevenzione della malattia

Il morbo può colpire persone di tutte le età, ma ha la sua massima incidenza tra i 30 e i 55 anni, senza grosse differenze tra donne e uomini. Tra i più piccoli, l’infiammazione è all’altezza del calcagno e in pediatria prende il nome di Sever-Blanke-Haglund.

Morbo di Haglund: cause, diagnosi e prevenzione della malattia
Morbo di Haglund: cause, diagnosi e prevenzione della malattia – foto pixabay ilciriaco.it

La causa principale della patologia è l’alterazione ossea, ma ci sono una serie di fattori di rischio da tenere in considerazione: l’utilizzo di determinate calzature durante l’attività fisica, per esempio, soprattutto per chi pratica running o la concomitanza con altre patologie del piede. O ancora la scelta quotidiana di calzature stressanti per i piedi (tacchi, pattini, stivali).

La diagnosi si effettua nella maggior parte dei casi con l’anamnesi completa e in diagnosi differenziale con la fascite plantare, ma possono essere richiesti anche gli esami strumentali (radiografia e risonanza magnetica) per avere il quadro completo.

I rimedi variano in base alla severità della patologia, ma si parte sempre dall’utilizzo di scarpe corrette e dall’interruzione degli allenamenti per un certo periodo. Possono essere somministrati antinfiammatori in abbinamento alle terapie locali, nei casi meno gravi, insieme alla fisioterapia. Altrimenti si può ricorrere alla calcaneoplastica, con la rimozione della sporgenza ossea che causa il problema.



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