“Più Campania in Europa. il nostro ambientalismo guarda alla scienza e alla tecnologia” – IL CIRIACO

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Avellino – Puntare sull’ambientalismo, non in maniera dogmatica, bensì quello che possa dialogare con la scienza e la tecnologia; cambiare la politica e dare una nuova prospettiva alla nostra provincia. Ma anche «si al Biodigestore a Chianche, un’occasione per il territorio» e soprattutto portare «Più Irpinia in Campania e Più Campania in Europa». Bruno Gambardella illustra lo slogan che anima la campagna elettorale della lista ispirata da Più Europa. Il portavoce regionale del partito della Bonino ha presentato questa mattina i candidati alle elezioni regionali: Amalia Leo, Manlio Lomazzo, Stefania Russo e Angelo Di Pietro. E non manca un richiamo a referendum costituzionale: «Diciamo “no” a una riforma pasticciata che limita la democrazia in nome di un falso risparmio».

«Abbiamo l’orgoglio di essere una delle poche forze politiche che il 22 settembre continuerà ad essere presente e non si scioglierà come le tante civiche che caratterizzano la coalizione De Luca», spiega Gambardella. Una coalizione che si presenta molto ampia, ma che, secondo il portavoce regionale, non creerà problemi di governabilità in caso di vittoria: «La personalità, anche politica, di De Luca è una garanzia – sottolinea Gambardella. Sicuramente è una coalizione eterogenea e, in questa campagna elettorale, abbiamo assistito allo “scambia candidato”, cioè persone oggi presenti in una lista e domani indifferentemente in un’altra, ma noi abbiamo sempre detto che il nostro sarà un contributo programmatico forte, basato sul principio base che, se la Campania diventa più moderna ed ecosostenibile, può essere protagonista del Mediterraneo e quindi nell’Europa che noi immaginiamo».

La lista di Più Campania si definisce liberale, progressista e ambientalista. Quest’ultimo termine, però, viene utilizzato da molte altre liste della coalizione e in alcuni casi ci sono state anche delle polemiche interne alle stesse. Diventa necessario, quindi, marcare una distinzione. «Il nostro ambientalismo non ha pregiudizi nei confronti delle possibilità che ci offrono scienza e tecnologia – sottolinea Gambardella. Ad esempio siamo favorevoli al biodigestore, a Chianche o in un altro luogo. Anzi pensiamo che a Chianche possa essere  proprio al servizio di quel territorio e quindi di quella attività vitivinicola, grazie al compost che viene creato. Per noi ambiente significa coniugare tutto ciò che la tecnologia e la scienza ci possono dare con la tutela del paesaggio, del territorio, per costruire un futuro meno inquinano. Siamo meno dogmatici, siamo ambientalisti liberali».

Capolista di Più Campania sarà Amalia Leo che sottolinea come, in politica, serva maggiore «concretezza. Ad esempio è sbagliato dire che le fasce costiere sono in contrapposizione con le aree interne, hanno caratteristiche diverse, ma vanno integrate così la Campania può arrivare a fare la voce grossa in Europa. In questa fase del post Covid ci siamo resi conto che l’economia del nord ha avuto un forte stallo e questo può rappresentare un vantaggio per noi, ma servono le infrastrutture oltre a una politica più coraggiosa che risolva i problemi». Tra questi c’è sicuramente quello legato alla sanità che «va rafforzata», ma ciò non vuol dire «pensare che tutti gli ospedali debbano essere dotati di pronto soccorso, piuttosto servono reparti specializzati», sottolinea Amalia Leo. E poi c’è il tema dello sviluppo della provincia che significa anche posti di lavoro e opportunità per i giovani, ma servono «progetti di lunga scadenza per dare delle prospettive a loro. Serve più lavoro e l’Irpinia ce la può fare perché è una terra di eccellenze». Anche Amalia Leo si sofferma sull’importanza del biodigestore: «Il Comune che lo ospita riceve un ristoro e si arricchisce». E poi c’è l’acqua, altro argomento che va affrontato più seriamente a livello regionale: «L’Irpinia è il serbatoio della Campania, ma la regala e intanto deve pagarsi la manutenzione a spese proprie o chiedendo l’elemosina all’Europa».

Il rilancio dell’Irpina passa anche dalle possibilità che ha dato il lockdown facendoci scoprire cose fino a quel momento quasi sconosciute, come lo smart working, così come sottolinea Angelo Di Pietro. «L’Irpinia continua a subire un forte spopolamento a causa dell’assenza di lavoro, ma lo smart working dà la possibilità di lavorare da casa e questo può rappresentare un’opportunità per la nostra terra». Si deve, però, superare un enorme ostacolo: «Serve un’infrastruttura importante, oggi la banda larga è presente solo in due comuni» spiega Di Pietro sottolineando come, oltre a quella virtuale, bisogna puntare anche sull’infrastruttura fisica: «La nostra provincia ha tanti comuni isolati tra di loro, è difficile spostarsi dall’uno all’altro. Finalmente la Regione ha ripreso un mano la Lioni-Grottaminarda, ma da sola non basta. Bisogna potenziare l’Ofantina così come le altre strade»

Stefania Russo, da sempre impegnata nel mondo della cultura punterà su questo settore perché «non è la sorella povera delle altre cose, dobbiamo darle voce. È un modo per entrare in Europa. La cultura è il sapere».

La Campania, inoltre, deve avere più voce in Europa, come precisa Manlio Lomazzo, consigliere comunale di Aiello Del Sabato. «Non dobbiamo accontentarci di quello che arriva, ma pretendere più trasporti, ambiente e anche cambiare il modo di vedere la politica, abbandonando quella clientelare. C’è bisogno di credibilità e responsabilità. Noi vogliamo dire la verità alle persone e non fare promesse irrealizzabili, soprattutto i posti di lavoro che è un metodo non ancora archiviato». Grandi attenzioni vengono riservate all’ambiente e agli impianti per il trattamento della differenziata. «Non bisogna badare a spese – spiega Lomazzo. Oggi stiamo assistendo a un teatrino assurdo, ci sono candidati che fino a ieri sono stati nella macchina amministrativa, mentre oggi dicono no al biodigestore per convenienza candidati». La posizione sull’impianto a Chianche è chiara, anche se «la politica sbaglia perché non coinvolge i cittadini nelle decisioni». Quel “si” da parte di Più Campania, però, è dettato da una serie di valutazioni: «Questo impianto viene spacciato per un mostro, invece produrrebbe compost, acqua calda ed energia a km 0. Sarebbe una risorsa per l’area che lo ospita. Questo non viene detto perché si preferisce cavalcare le paure parlando di inquinamento. L’unico problema di Chianche è che mancano le infrastrutture». Lomazzo si lancia in una provocazione: «Si dice che il biodigestore danneggerebbe le colture di pregio, allora bisognerebbe inibire le attività industriali in tutte le zone Igt, anche perché un biodigestore inquina meno di una normalissima fabbrica».



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