Presbiopia: cos’è, quando si manifesta e come correggerla

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«Tutti, dopo i 40 anni, diventiamo presbiti, a un’età in cui siamo ancora dinamici, attivi e sportivi», commenta il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico di CAMO Centro Ambrosiano Oftalmico. «Ce ne accorgiamo perché sentiamo la necessità di allontanare i testi di lettura oppure gli oggetti che stiamo osservando per metterli più a fuoco, ma anche perché a fine giornata sentiamo gli occhi particolarmente stanchi e abbiamo bisogno di sempre più luce per vedere bene». Fino a qualche anno fa, l’unica soluzione era dotarsi di occhiali da lettura, un segno caratteristico del tempo che passa, mentre oggi esistono trattamenti tecnologicamente avanzati che permettono di correggere il problema.

Cos’è la presbiopia

Dal greco presbys (vecchio) e opia (occhio), la presbiopia è dovuta a un invecchiamento del cristallino, cioè di quella piccola lente naturale posta dietro l’iride che serve a mettere a fuoco le immagini ed è capace di cambiare forma in base alle varie esigenze visive. «Nei bambini e nei giovani privi di patologie oculari, questa lente consente di vedere chiaramente sia da lontano sia da vicino grazie al meccanismo dell’accomodazione, ovvero al cambiamento di curvatura. Nel tempo, però, il cristallino perde la sua elasticità e l’occhio non riesce più a vedere bene quando leggiamo, scriviamo o, in generale, quando svolgiamo delle attività a distanza ravvicinata». Si tratta di un fenomeno lentamente progressivo, che in genere si stabilizza intorno ai 62-63 anni.

 

Quali sono le cause

Se l’invecchiamento dell’occhio rappresenta la principale e inevitabile causa di presbiopia, ci sono circostanze che possono accelerarne la comparsa: «Per esempio, si manifesta più precocemente e in maniera più eclatante negli ipermetropi e in molti astigmatici, mentre i miopi sviluppano presbiopia più tardi e in modo meno evidente», descrive il dottor Buratto.

«Questo “inconveniente” potrebbe comparire prima anche nelle persone che sottopongono il loro sistema visivo a una super attività, per esempio restando concentrati su computer, libri o piani di lavoro per lungo tempo, senza mai staccare lo sguardo o senza concedersi qualche minuto di riposo ogni tanto». Pare, inoltre, che a velocizzare la comparsa del problema possano essere patologie come diabete, sclerosi multipla e malattie cardiovascolari, oppure l’utilizzo di farmaci come diuretici, antistaminici e antidepressivi.

Quali sono i sintomi della presbiopia

Il principale sintomo della presbiopia è la difficoltà di lettura, che costringe ad allontanare con il braccio quello che stiamo osservando e che, all’inizio, compare soprattutto la sera oppure in condizioni di scarsa illuminazione. «Spesso, possono associarsi anche disturbi come l’affaticamento visivo nella lettura prolungata, lo sdoppiamento delle lettere, lievi bruciori, arrossamento oculare e talvolta anche mal di testa dopo un uso prolungato e intenso della vista a distanza ravvicinata», elenca il dottor Buratto.

Come si previene la presbiopia

Purtroppo, trattandosi di un processo naturale legato all’avanzare dell’età, non esiste una prevenzione efficace per la presbiopia, che compare in tutte le persone, indistintamente. Quello che possiamo fare, però, è evitare di sottoporre gli occhi a un super lavoro, concedendoci piccole pause ogni 30-45 minuti in cui distogliere lo sguardo dall’attività in cui siamo immersi. «Questo evita anche di incorrere in un fastidio piuttosto frequente, quello dell’occhio secco, che può sommarsi all’impossibilità di mettere bene a fuoco». Altri consigli utili: sottoporsi a esami oculistici regolari, gestire le condizioni di salute che potrebbero contribuire a una compromissione della vista (come il diabete o l’ipertensione) e seguire una dieta sana con cibi che contengono abbondanti quantità di antiossidanti.

Come si diagnostica la presbiopia

Per diagnosticare la presbiopia, basta una normale visita oculistica. Durante il controllo, infatti, lo specialista effettua una serie di esami per misurare l’acuità visiva, chiedendo al paziente di mettersi alla prova con la lettura di caratteri scritti in varie dimensioni. A quel punto, ne viene constatato il grado e si stabilisce la terapia più opportuna.

Come si cura

La soluzione più pratica e antica è rappresentata dagli occhiali: ormai, le vecchie lenti bifocali (caratterizzate da una “mezza lunetta” dove è localizzata la potenza da vicino) sono state soppiantate dalle multifocali o progressive, che consentono di avere una corretta visione per le diverse distanze.

«In genere, all’inizio, è sufficiente una lieve correzione, +0.50 o +1, che consente di lavorare e leggere senza difficoltà». Un occhiale vale l’altro? No. I modelli “standard”, acquistabili in farmacia oppure al supermercato, vanno usati solo come soluzione di emergenza, ma non sono adatti per l’uso quotidiano: «Innanzitutto, hanno le due lenti uguali e quindi non correggono le differenze esistenti fra un occhio e l’altro; inoltre, non correggono un eventuale astigmatismo». È importante sottoporsi a un’accurata visita medica per accertare il reale difetto visivo e, di conseguenza, il giusto modello.

Quali sono le ultime novità per la presbiopia

Alla lunga, la maggior parte delle persone finisce per mettere da parte gli occhiali, che vengono percepiti come un segno di invecchiamento, e punta sulle lenti a contatto. Ma anche queste sono impegnative, richiedono un laborioso trattamento di manutenzione e, tra l’altro, non sono prive di rischi, anche di infezione o infiammazione della superficie oculare.

«Per fortuna, oggi sono disponibili vari trattamenti che possono risolvere il problema. Tra i 40 e i 50 anni può essere sufficiente un breve trattamento laser, utile quando ci sono altri difetti refrattivi da correggere», conclude il dottor Buratto. «Dopo i 50 anni, invece, è possibile sostituire il cristallino con lenti intraoculari artificiali, che non solo correggono la presbiopia, ma evitano poi anche l’intervento di cataratta. A rendere interessanti queste lenti è il fatto che non necessitano di revisione periodica per adeguarne la gradazione, per cui mantengono a vita la loro efficienza».

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