Processo Aste ok, dopo il no al cambio del collegio scatta l’astensione dei penalisti irpini

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Processo Aste Ok, il Direttivo della Camera Penale Irpina ha deliberato l’astensione da tutte le udienze penali nei giorni 12, 13, 14, 15, 17 e 18 aprile 2023.

Una settimana di agitazione dei penalisti irpini che hanno evidenziato come: nel corso dell’istruttoria dibattimentale del predetto processo, a fronte di legittimi rilievi difensivi aventi ad oggetto un’ordinanza pronunziata dal Tribunale della quale era stata rilevata l’incoerenza rispetto alle informazioni disponibili dalle parti e l’eventualità che essa fosse stata assunta dopo aver irritualmente acquisito notizie in costanza di di consiglio, mediante una consentita interlocuzione con l’ Ufficio di Procura, nonché della legittimità e opportunità della comunicazione fatta in udienza ad un teste “qualificato” di p.g. di essere in quel momento indagato per un’ordinanza assunta in precedenti udienze, il Collegio Giudicante, senza sciogliere alcuno dei dubbi posti dagli asserti difensivi, pronunciava dichiarazione di astensione per gravi ragioni di convenienza, rimettendo contestualmente gli atti al Presidente del Tribunale per le determinazioni di sua competenza e contemporaneamente inviava i verbali d’udienza alla Procura della Repubblica di Roma per le opportune valutazioni in merito all’eventualità che quanto rilevato dalle difese potesse costituire notizia di reato; che con Decreto emesso in data 15.03.2023 e letto all’udienza del 24.03.2023, il Presidente del Tribunale Dott. Vincenzo Beatrice rigettava la dichiarazione di astensione, confermando l’assegnazione del procedimento al medesimo Collegio della I Sezione Penale.

“Rilevato che il suddetto provvedimento presidenziale, lungi dal soffermarsi (come, invece, sarebbe stato doveroso!) sull’assai grave situazione venutasi a creare- fa sapere la camera penale-  nell’ambito di un dibattimento che vede decine di imputati da giudicare per reati assai gravi, celebrato da un Collegio che ha meditatamente e correttamente ritenuto sussistenti le “gravi ragioni di convenienza” determinanti la propria astensione, si è limitato quasi a banalizzare la questione posta, qualificandola poco più che un pettegolezzo, scrivendo di “argomenti basati – piuttosto che su specifici eventi definibili come avvenuti per oggettiva e materiale evidenza su supposizioni, opinioni, congetture in ordine ad una condotta del collegio, che il medesimo autore di quegli argomenti ha soggettivamente reputato come meramente presumibile”.

Inoltre, il Decreto presidenziale afferma non esservi altra scelta rispetto al rigetto della dichiarazione di astensione, poiché “diversamente opinando, si attribuirebbe ad una parte processuale una sostanziale facoltà di liberarsi del proprio giudice naturale, sollevando questioni non ancorate a fatti di verificato obbiettivo accadimento”, così, di fatto, bollando la legittima istanza difensiva peraltro ritenuta talmente non irrilevante dal Tribunale da interessare la Procura di Roma- come pretestuosa e strumentale, laddove essa, in nome dell’intangibile e incomprimibile diritto di difesa, mirava anzitutto a sollecitare la riflessione del giudici sull’accaduto oggettivamente anomalo e foriero di legittimi dubbi – auspicandone un chiarimento; che la vicenda, contrariamente a quanto opinato dal Sig. Presidente del Tribunale, afferisce alla tenuta del pilastro della giurisdizione conforme a Costituzione, ovvero la garanzia di terzietà del Giudice che è base del giusto processo, rispetto alla quale è legittimo e doveroso sia sempre fatta chiarezza; che l’avvocatura penale irpina, da sempre riconosciuta in ogni Foro italiano quale esempio di dirittura professionale e morale, non può consentire che tali gratuite, irriguardose ed inconferenti espressioni possano essere contenute in un provvedimento letto in pubblica udienza, ritenuto che le motivazioni addotte nel decreto presidenziale, unitamente all’oggettiva difficoltà di decifrare quanto effettivamente accaduto nella stante, camera di consiglio del procedimento penale di che trattasi – repetita iuvant, la totale mancanza di chiarimenti da parte di chi avrebbe potuto e dovuto fornirli – lungi dal dipanare i dubbi espressi, li acuiscono sino a renderli intollerabili a chi professi e tuteli la garanzia del giusto processo, sollecitando la necessaria presa di posizione di questa Camera Penale a tutela del diritto di difesa ed a sostegno degli Avvocati che nell’esercizio del ministero difensivo ne denunciano coraggiosamente le violazioni.
Che la gravità di quanto occorso fa sì che il solo mezzo idoneo a richiamare l’attenzione del Foro e della pubblica opinione sulla necessità che il Giudice, oltre ad esserlo, appaia imparziale, e sull’insopprimibile diritto- conclude la presidenza della Camera penale – del Difensore di segnalare e denunciare eventuali comportamenti incoerenti con tale principio, sia l’astensione dalle udienze”.


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