Progetto Teseo per malati di Alzheimer o demenza e caregiver

0
10






La mente in gabbia, la memoria perduta, la propria identità rotta in mille pezzi. È la disorientante sensazione che prova l’anziano a cui è stata diagnosticato il Morbo di Alzheimer o la demenza senile, due patologie in rapido aumento a causa dell’invecchiamento generale della popolazione italiana. Ne soffrono, infatti, oltre 700.000 persone, che si ritrovano a vivere (e a far vivere a chi si occupa di loro) una quotidianità fatta di emergenze e bisogni difficili da gestire.

Non a caso i caregiver che si trovano costretti ad assistere un padre, una madre o una suocera anziana con deficit cognitivo si sentono spesso soli, con un carico enorme da portare sulle proprie spalle. Per aiutare malati e caregiver a ritrovare il bandolo della matassa, è nato a Milano il Progetto Teseo, un esperimento-pilota per la gestione delle fragilità della terza età che sta dando buoni frutti (sono già stati presi in carico 600 anziani e caregiver) e che mira a rappresentare un modello replicabile in altre città italiane, visto che l’emergenza Alzheimer interessa tutte le realtà territoriali in maniera trasversale. 

Di che cosa si tratta esattamente? E come funziona la nuova e utilissima rete di supporto sociale, partita dal capoluogo lombardo?

Un progetto, tanti attori

Attivo dal luglio 2023 ma ancora poco conosciuto, il Progetto Teseo è stato finanziato dalla Fondazone Cariplo nell’ambito del bando Welfare in Ageing, e ha come centrale operativa la Fondazione Don Gnocchi di Milano, un ente senza scopo di lucro nato nel lontano 1952 per cercare di soddisfare i bisogni delle persone che versano in condizioni di estrema fragilità.

Per raggiungere questo non facile obiettivo, e cercare di raggiungere più anziani possibili, il progetto ha schierato in campo una “squadra” eterogenea, che riunisce più competenze e professionalità avvezze a operare nel settore socio-sanitario e assistenziale, con una grande esperienza accumulata su Milano.

Spiega il dottor Emanuele Tomasini, neuropsicologo, psicoterapeuta e referente clinico del Progetto Teseo: «Abbiamo coinvolto diversi protagonisti con un’expertise molto calibrata sulle esigenze delle famiglie che hanno uno o più membri affetti da Alzheimer e da diverse forme di demenza senile (pensiamo anche a due coniugi ultraottantenni).

Oltre alla Fondazione Don Gnocchi, collaborano attivamente l’Associazione per la Ricerca Sociale ETS (fondata nel 2001, porta avanti iniziative di solidarietà sociale ed economica), la Caritas Ambrosiana che fornisce una capillare rete di ascolto e di intercettazione dei bisogni, la Sociosfera onlus (cooperativa sociale che da più di 30 anni opera nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Lecco e Varese) e, infine, Airalzh (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer Onlus) che promuove la ricerca scientifica su scala nazionale nell’ambito di questa insidiosa malattia neurodegenerativa.

Il nostro obiettivo è stato fin da subito quello di integrare diverse competenze, farle dialogare tra loro per offrire delle soluzioni concrete a chi quotidianamente si trova a dover affrontare tutti i problemi di gestione che emergono. Per questo servono infermieri, oss (operatori socio-sanitari), assistenti sociali con una formazione specifica, psicologi, neuropsicologi, psicoterapeuti e tutte quelle figure in grado di offrire un servizio e un contributo preziosi, attivando anche dei percorsi di cura su misura qualora si presenti la necessità. La grande differenza, per malati e caregiver, è quella che passa tra sentirsi smarriti (A chi mi rivolgo? Chi mi può aiutare?) e sapere di potere contare su una rete di aiuto solida e vicina».

Progetto Teseo, due guide da leggere

Il primo supporto concreto consiste nello scaricare dal sito progettoteseo.it due guide, molto chiare nel linguaggio e nei contenuti, che possono fornire una prima bussola di orientamento.

La guida per il paziente che ha da poco ricevuto una diagnosi di Alzheimer o di demenza senile s’intitola Vivere bene con la tua malattia. Racchiude una serie di consigli pratici per aiutare i pazienti a capire che cosa li aspetta e su quali aiuti possono contare.

La  seconda guida destinata ai caregiver ha invece un titolo eloquente: Prendersi cura di una persona con demenza. Anche questa mira a rispondere alle specifiche necessità di chi deve dividersi tra l’assistenza all’anziano e la propria vita personale e professionale, che spesso viene compromessa generando un profondo senso di frustazione.

Grazie a queste due guide, i malati e i loro familiari troveranno molti punti di riferimento, indirizzi, associazioni e indicazioni su come accedere ad agevolazioni (anche economiche) e ai servizi assistenziali di supporto.

Primo passo: il modulo da compilare

Ma come si esplica esattamente l’aiuto offerto da Progetto Teseo? «La prima cosa da fare è scaricare e compilare il format disponibile sul sito, nel quale si raccontano brevemente le proprie problematiche e si richiede in che modo si desidera essere accompagnati in un percorso di cura o di assistenza ai propri cari», spiega il dottor Emanuele Tomasini.

«Alla centrale operativa della Fondazione Don Gnocchi, personale qualificato valuta la richiesta e si mette in contatto con la persona. Viene quindi fissato un appuntamento che può essere a domicilio oppure presso la sede della Fondazione. Una volta chiariti i bisogni del malato o del caregiver, si ha la presa in carico a 360 gradi della situazione e si attivano subito tutte le figure professionali in grado di dare un aiuto sia psicologico sia pratico».

Se, ad esempio, c’è l’esigenza di trovare una brava badante in tempi brevi, si verrà indirizzati verso cooperative piuttosto che associazioni, fornendo anche delle indicazioni sulla possibilità di accedere a fondi statali per persone non autosufficienti. Insomma, lungi dall’essere un progetto “concettuale”, imbrigliato nelle pastoie della burocrazia come spesso avviene per i servizi sociali delle Asl, Teseo offre un aiuto reale per risolvere le criticità e costruire insieme un percorso a misura d’uomo, giorno dopo giorno.

Per questa ragione, si augura che il modello meneghino venga presto “esportato” in altre città italiane, affinché gli anziani affetti da demenza e i loro caregiver non si sentano più soli con i loro problemi, ma abbiano la certezza di avere un “paladino” al loro fianco. Qualcuno che li aiuta, li protegge e li accompagna per mano verso tutte le fasi di una malattia che, purtroppo, soltanto a Milano colpisce oltre 25.000 persone.

Fai la tua domanda ai nostri esperti




















Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here