Da Giovanni Savignano riceviamo e pubblichiamo:
“Sembra che il piacere della demolizione prevalga a tutti i costi.
È impressionante la quantità di rabbia ed odio che si è prodotta in alcuni piccoli paesi ( tra cui il meraviglioso borgo di Gesualdo) dopo la campagna elettorale del 2022, con risvolti anche giudiziari. Non possiamo trascurare i casi in cui la esigua differenza di voti tra vincitori e vinti abbia contribuito ad alimentare la tensione, soprattutto tra i ceti sociali che avevano maggiori aspettative, e hanno subito – emotivamente – i vari effetti collaterali.
Uno dei compiti della politica dovrebbe essere quello di “canalizzare “ simbolicamente l’odio e la rabbia in atti di confronto, di trasformazione e di possibile cambiamento verso il dialogo tra le parti. Ma, ciò che mi ha impressionato, e continua a preoccupare, è la tendenza, la potenza generatrice autodistruttiva di questo odio. La sua palese rinuncia verso qualsiasi “canalizzazione “ simbolica di pacificazione e utile compromesso a favore di una comunità – avviata- in tal modo – sulla via del tramonto. Quasi una sorta di edonismo estremo, un gioco sadico.
Il piacere della Demolizione per la Demolizione stessa. In campo , naturalmente, non c’è solo la crisi dei servizi e delle attività sociali e commerciali, etc, ma soprattutto la decadenza di una Comunità.
Resta il problema: è quello di come offrire una giusta canalizzazione a questa massa di odio che non trova più nella politica amministrativa la sua giusta espressione. Altro che semplice reazione emozionale! Ci sono troppi risentimenti: gli attori principali dell’involuzione hanno agito accecati da rancori personali mettendo allo sbando il paese. Diventa sempre più difficile trovare una soluzione. Ma non tutto è perduto; conserviamo la speranza che ci sia una sorta di presa di coscienza, di autocritica, di ritorno al mondo reale senza esaltazioni del sè , di ripristino dell‘ autorevolezza dei ruoli, soprattutto di chi ha maggiori responsabilità. Certo, ci vorrebbe un miracolo”.
Post Views: 14