Nessuno resterà digiuno, ma a pagare saranno tutti. Sarebbero infatti quasi 500, per la precisione 492, gli utenti che non versano la tariffa per la mensa scolastica nelle scuole materne e primarie di Avellino. Per ora le casse dell’amministrazione registrano un mancato introito di 30mila euro.
Palazzo di città sarebbe pronto ad ulteriori accertamenti e intanto prepara un provvedimento contro i morosi, che si potrebbero definire “furbetti della mensa scolastica”. I bambini non saranno lasciati senza pasto, però è giusto che chi può paghi come fanno tutti, come richiesto dalla norma, che prevede che il servizio di refezione scolastica, a domanda individuale, comporta l’insorgere dell’obbligazione al pagamento di una quota di compartecipazione al costo del servizio da parte degli utenti in base alle tariffe approvate dalla giunta comunale.
Il costo di ogni pasto è 4,55 euro al giorno, ma ci sono fasce di agevolazione secondo il criterio Isee. Chi ha una Isee inferiore a 3 mila euro è esonerato dal pagamento, chi ha una Isee compresa tra 3 mila e 9 mila euro versa soltanto il 2,88 per cento a pasto.
Giustamente, la tariffa è commisurata alla condizione economica delle famiglie. Vale a dire che i 500 morosi non sono tali per necessità, ma per dolo: magari per risparmiare sulle spese degli altri. Comunque non importa.
Si tratta di malcostume, di mancanza di senso civico, di irregolarità, di mancato rispetto della norma. Un comportamento comunque non legale ormai troppo diffuso in città, non più tollerabile, che va a danno di tutti. Ed è per questo che l’amministrazione comunale di Avellino è determinata ad intervenire con decisione, senza indugiare oltre, per fare in modo tutti pagino i il giusto: si tratta in fondo della mensa per i loro figli.