Regionali, Cusano: la partita non è persa, c’è attenzione per me e per la Lega – IL CIRIACO

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«Sanità, infrastrutture e agricoltura le priorità da affrontare per il futuro dell’Irpinia. Salvini ad Ariano perché un leader vero non abbandona una città che ha sofferto». Generoso Cusano, capolista della Lega alle elezioni regionali a sostegno di Stefano Caldoro, a tutto campo sugli ultimi giorni di campagna elettorale.

Siamo al giro di boa della campagna elettorale, che sensazioni ha raccolto?

«La sensazione principale, sul piano generale, è che le persone sono stanche e richiedono un cambiamento. Sul piano personale riscontro ovunque grande calore. Nonostante l’emergenza Covid impedisca di organizzare incontri troppo partecipati, sto girando molto e registro propensione all’ascolto ed interesse verso la mia candidatura su tutto il territorio provinciale».

Domani Salvini sarà ad Ariano Irpino. La presenza del segretario nazionale nella sua città che significato ha?

«Salvini non viene ad Ariano per una visita elettoralistica, ma perché è un leader vero a cui piace toccare con mano i problemi dei territori. La nostra città ha vissuto un dramma nei mesi scorsi, è stata dichiarata zona rossa, per qualcuno eravamo diventati degli appestati e Salvini viene a testimoniare, fisicamente, la sua voglia di contribuire a risollevare le sorti di Ariano. Il significato profondo della sua visita è questo: un riconoscimento ad un popolo intero che ha vissuto quello che ha vissuto. Per quanto riguarda me, gli arianesi mi conoscono, sanno bene qual è il mio percorso politico e soprattutto qual è lo spirito con cui intendo il mio impegno politico che è esclusivamente quello di servire il territorio. Con buona pace di qualcuno, che evidentemente non mi conosce e ha provato a screditarmi andando oltre la normale dialettica politica e che per questo ho querelato».

I sondaggi però continuano a dare il centro destra molto al di sotto del centro sinistra. Lei come la pensa?

«Continuo a non credere a questi sondaggi, preferisco parlare dei problemi e delle nostre proposte per risolverli. Dal mio osservatorio, che è quello irpino, non mi sembra che il risultato sia già scontato. Anzi, la partita si può ancora vincere, le persone non sono per nulla contente di come è stata amministrata la Regione, men che mai dello scempio che ha compiuto De Luca presentandosi con 15 liste: ha scambiato la campagna elettorale per le regionali per quella delle comunali. Non è più concepibile continuare ad affidare a De Luca, a De Mita, ora addirittura al beneventano Mastella, il futuro delle nostre terre o consentire loro di venire a prenderci in giro ad ogni campagna elettorale».

Quali sono le sue priorità programmatiche?

«Sono tre le priorità da cui far partire qualsiasi ragionamento futuro per l’Irpinia: sanità, infrastrutture, agricoltura. La nostra provincia non può più tollerare la gestione della sanità che ha visto solo qualche mese fa i nostri ospedali collassare e i cittadini irpini terrorizzati dal recarsi nelle strutture del territorio che non erano in grado di garantire la loro salute. E questo non per mancanza di professionalità: il personale medico e infermieristico dei nostri ospedali è eccellente, ha lavorato facendo veri e propri miracoli. Ma dall’ospedale di Solofra fino a quello di Sant’Angelo dei Lombardi, senza dimenticare il plesso di Bisaccia, arrivando a quello di Ariano, vanno rimodulati i progetti stessi delle strutture ospedaliere. Vantiamo poi paesaggi senza paragoni, eccellenze enogastronomiche di qualità dalle quali far partire il discorso di un turismo ecosostenibile, ma mancano le basi. Non abbiamo ancora il collegamento della Lioni Grottaminarda, tantomeno quello della Valle Caudina ad Avellino, zone totalmente tagliate fuori dai collegamenti del trasporto pubblico locale. Stesso discorso per il Montorese, ricordo che era il 2004 quando ero assessore provinciale ai lavori pubblici e già discutevamo della riqualificazione dello svincolo autostradale con il raccordo per Salerno, ad oggi non è stato fatto nulla. Stesso discorso per la realtà che viviamo ad Ariano Irpino che vedrà la nascita della Stazione Hirpinia ma senza la previsione di un collegamento con il resto della Valle dell’Ufita e con la Puglia con cui confiniamo. Il futuro dell’Irpinia passa per le sue infrastrutture. E poi c’è il settore agricoltura: l’Irpinia ha colture particolari, prima era il fiore all’occhiello dell’economia provinciale. Oggi, nonostante tanti giovani stiano investendo nel settore, l’agricoltura è totalmente dimenticata dal governo regionale. Non si può pensare di mettere in campo le stesse misure per tutta la Campania, ci vogliono interventi ad hoc per ogni realtà. Sia chiaro io fotografo ciò che non va, non per volontà di critica, ma per poter dire da cosa voglio ripartire e cosa farò se gli elettori decideranno di darmi la loro fiducia. E poi c’è la battaglia delle battaglie per quanto mi riguarda».

Quale?

«L’ospedale arianese è l’ospedale di un pezzo di territorio vastissimo che si trova esattamente al centro tra Avellino e la Puglia. Chi governa, per poter fare la storia, dovrebbe prima conoscere la geografia per capire che chi difende quel plesso ospedaliero non lo fa per campanilismo ma perché cosciente della sua posizione strategica. Quando parliamo di sanità parliamo della salute dei cittadini e non è pensabile che da quindici anni a questa parte quell’ospedale sia stato il giochino di potere di qualcuno. Ogni tanto assistiamo a tagli del nastro, ma i fatti dicono che oggi il Frangipane è un Dea di primo livello solo sulla carta. La realtà racconta che, nonostante lo sforzo disumano di tutto il personale, nel 2020 quello è un ospedale non innovativo, non funzionale, in questo momento non c’è un reparto Covid nonostante gli annunci dei mesi passati, è stato tolto il reparto di ginecologia tanto che si va a partorire a Benevento, la radioterapia inaugurata dal direttore Asl Morgante non esiste. De Luca può continuare a raccontare le frottole che vuole, la realtà è questa. L’ospedale di Ariano va rimesso in piedi per garantire la salute pubblica e per me, con o senza elezione, questa è la battaglia principale del futuro».



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