Siamo soltanto all’alba di questa campagna elettorale ma le prime parole non paiono promettere nulla di buono. L’auspicato, auspicabile e, soprattutto, necessario confronto sui programmi ha risentito delle tensioni che hanno caratterizzato le settimane precedenti alla presentazione delle liste. Le scorie si sono viste nella sferzante ironia di Livio Petitto («da buon animalista tutelerò i personaggi in via di estinzione…») e nella malcelata insofferenza con la quale Rosetta D’Amelio ha scelto di…non replicare a queste parole («non rispondo, ho altro da fare, sono in campagna elettorale…»). Prevedibile l’incomunicabilità tra le due parti cosi come appare abbastanza scontato il fatto che la temperatura possa innalzarsi col passare dei giorni fino ad arrivare al definitivo showdown quando i risultati saranno definitivi. Una prima giornata sostanzialmente senza grossi spunti di nota, visto che pure il giudizio tranchant di Ciriaco De Mita sul Partito Democratico appartiene ai classici della polemica politica. L’ex Premier, in realtà, ha centrato il suo intervento battendo su molti tasti già noti (la ricostruzione delle comunità, l’essere democristiano rivendicato con orgoglio, la classe dirigente che si serve del potere per risolvere i problemi e non ne abusa per il proprio interesse) delineando lo scenario dentro il quale tentare, ancora una volta, la ricostruzione di un’area politica. L’impressione è che qualche altra stoccata al Pd De Mita non se la farà mancare. Anche nel centrodestra è cominciata la partita elettorale, contro De Luca e le sue liste ma anche all’interno della coalizione dove è molto sentita la competizione per la leadership. Ad aprire le danze è stata Forza Italia che pure deve fare i conti con una profonda divisione interna. La sicurezza che il commissario provinciale Martusciello ha mostrato parlando di Sibilia e del suo impegno a favore della liste sta a metà tra l’ironia e la provocazione, anche perché Sibilia ha garantito sicuramente il massimo sostegno a Caldoro ma non è andato oltre. Anche questa è una vicenda che conoscerà il suo epilogo, politicamente non certo tranquillo, ad urne chiuse e dati certi. Come quella che riguarderà la guida della coalizione.
