Regionali, le tensioni nel Pd e i dilemmi di Cennamo: faremo la sintesi migliore ma ora parliamo di aree interne – IL CIRIACO

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Al tradizionale surriscaldamento degli animi interni al Pd, oggi legato alla corsa per le due caselle maschili nella lista ufficiale del partito alle elezioni regionali, ad animare il dibattito politico c’è la decisione di uno dei tre competitors in campo, Michelangelo Ciarcia che, accettata l’investitura di Areadem, ha già annunciato di non avere intenzione di lasciare la guida di Alto Calore.

Un tema di opportunità politica su cui non si sbilancia il commissario del Pd irpino Aldo Cennamo, cui toccherà insieme alla direzione regionale l’onere della scelta finale che, inevitabilmente, scontenterà uno tra lo stesso Ciarcia, Livio Petitto e Maurizio Petracca.

«Siamo ancora nel pieno di un percorso, quindi siamo di fronte a legittime aspirazioni di persone, di iscritti al Pd, che pensano di dare il loro contributo e rappresentare al meglio i problemi dell’Irpinia. Mi auguro – commenta Cennamo-  che la discussione programmatica avviata con i circoli e gli amministratori locali, indipendentemente da qualche atteggiamento di parte, possa proseguire e portare ad una scelta che sia la più ampia e condivisa possibile nel rispetto di tutte le ipotesi che sono attualmente in campo e delle diverse sensibilità che esprimono. Questo è il mio auspicio, ed è quello a cui lavoro nella massima trasparenza. Non sono uomo di parte, svolgo una funzione nella quale credo di essere punto di garanzia per tutti». La strada per la definizione delle candidature dunque è ancora lunga. Luglio sarà il mese decisivo per sciogliere tutti i nodi e, dunque, anche per affrontare la posizione di chi sarà candidato nella lista del Pd. Nel frattempo però a via Tagliamento si lavora. Cennamo ha infatti avviato una serie di incontri per aree territoriali. Un confronto con i circoli dem per raccogliere istanze e problematicità dell’Irpinia da portare in campagna elettorale e all’attenzione del Governo.

«La Campania oggi è chiamata a rappresentare l’insieme delle questioni che si pongono nel Mezzogiorno, considerando che le forze del centrosinistra nell’ultima tornata hanno perso anche la Calabria. Grava come sempre sulla nostra regione l’onere di farsi carico delle ragioni del Sud, a partire dallo storico divario con il Nord» aggiunge Cennamo. Un discorso che, secondo il commissario di Via Tagliamento, si intreccia con le conseguenze ma anche con le opportunità che derivano dalla crisi sociale ed economica legata al Covid.

«Abbiamo di fronte un’occasione unica per porre le questioni delle aree interne all’attenzione del Paese e dell’Europa. Mai c’è stata la possibilità di utilizzare risorse europee così ingenti su vari settori. Ma l’Europa ci chiede di essere pronti a presentare una progettualità concreta per superare i ritardi storici del Sud, e per poter fruire di risorse che potrebbero consentire un reale cambiamento del Mezzogiorno. Abbiamo un quadro di indirizzi in parte definito prima del Covid con il Piano per il Sud 2030 che agisce sul breve periodo, che ora diventa ancora più fondamentale, e sul lungo periodo. Più tardi realizziamo tutto questo, più tardi arriveranno i fondi. C’è poi il Piano socio economico della Regione che ha avuto una sua efficacia e anche una sua rapidità nel dare risposte a fasce sociali particolarmente colpite dalla crisi. Penso a tutte le misure dall’integrazione delle pensioni al minimo al bonus professionisti al sostegno alle famiglie. Ma ovviamente dobbiamo calcolare la condizione di estrema difficoltà delle aree interne, in particolare dell’Irpinia. Abbiamo una massa enorme di cassa integrati e di attività produttive che non sono riprese. Una situazione che ci impone di avere una lucidità per programmare al meglio la ripresa del territorio». Un percorso lungo che vede e vedrà ancora i segretari di circolo irpini confrontarsi con il livello provinciale, ma anche con quello regionale e nazionale del partito. «Abbiamo solo avviato una discussione programmatica che necessiterà inevitabilmente di approfondimenti.  L’Irpinia si articola in sei aree, ciascuna delle quali ha le sue peculiarità, potenzialità e problematicità. Dalle infrastrutture viarie, a quelle immateriali come la fibra, addirittura ci sono piccoli comuni in cui non c’è il medico di base. La discussione deve essere ampia, tanto quanto le soluzioni che intendiamo proporre».

 



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