Regionali, oltre il voto la vera partita in gioco all’interno del Pd – IL CIRIACO

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«Un agguato» nei confronti di Petitto ordito da coloro che ora parlano e che invece «dovrebbero tacere per la vergogna». Siamo in campagna elettorale, è vero, ma quando l’unico parlamentare del Pd di questa provincia si esprime in questo modo verso i dirigenti ed i candidati del suo stesso partito, la spia rossa non può non accendersi. Le parole di Umberto Del Basso De Caro restituiscono abbastanza chiaramente il significato della vera partita che si sta giocando all’interno del Partito Democratico. I risultati elettorali varranno come le prove di un Gran Premio di Formula Uno: serviranno cioè a stabilire la griglia di partenza, nel caso del Pd a pesare riferimenti e componenti in vista dello showdown congressuale. E’ dunque piuttosto evidente che, almeno a queste latitudini ma crediamo anche altrove, la sfida tra De Luca e Caldoro rimanga sullo sfondo mentre a venire in primo piano è quella tutta interna al Pd e che non riguarda soltanto i due pezzi storicamente contrapposti. E’ abbastanza risibile, proprio per quanto dicevamo in precedenza, la tesi, esposta nei giorni scorsi, secondo la quale il Pd si è ritrovato unitariamente sotto il simbolo. Non lo è in primo luogo perché la natura della competizione impone ai candidati la ricerca del voto per se stessi ma c’è una ragione politica più evidente: non ci sono, come sostengono i difensori dell’ortodossia, tutte le sensibilità nella lista del partito, altrimenti dovremmo prendere atto che il parlamentare non segue la linea del partito. Non solo. Chi frequenta abitualmente le stanze di via Tagliamento sa bene che la competizione tra i candidati è anche una sfida tra componenti che peserà, e non poco, sul tavolo del congresso. Non è vero, in sostanza, che le componenti presenti nella lista ufficiale, vadano tutte d’amore e d’accordo ed il meccanismo elettorale è destinato ad esaltare (in negativo per il Pd) questo aspetto. Dicevamo del congresso e delle scadenze che verranno (provinciali e chissà, magari anche prima del tempo, le politiche). Le parole di De Caro su questo punto sono state piuttosto criptiche. «Il risultato è importante – ha detto – l’esito ancor di più, poi il congresso si farà quando si farà e chi riterrà di partecipare parteciperà». Ed è proprio su questa frase che nasce una curiosità destinata, magari, a farsi dubbio: cosa avrà voluto dire De Caro con quel “chi riterrà di partecipare”? E che legame ha questa frase con il progetto di sinistra meridionale a cui sta lavorando anche Conte e a cui – testuale – «noi stiamo guardando»? C’è, in sostanza, più di elemento per poter dire che il 20 e il 21 settembre dalle urne uscirà solo un risultato, importante certo, ma non definitivo. Da quel momento, infatti, avrà inizio un’altra storia.



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