Regionali, Petitto: certe logiche mi sfuggono ma sarò comunque in campo. Festa: è lui il miglior candidato per il Pd – IL CIRIACO

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Quale migliore occasione di un libro che parla della Regione per affrontare il discorso, sulla Regione, dal suo lato più spinoso, ovvero quello delle candidature? E così la presentazione del volume di Federico Conte, deputato di Leu, “Oltre la Regione” diventa, allo stesso tempo, un momento per ribadire una posizione politica e per dare voce alle insofferenze di un pezzo del Pd, quello che si riconosce in Livio Petitto e Gianluca Festa, che vede minato il diritto ad avere, sulla base del radicamento e dell’impegno sul territorio, una propria rappresentanza, con lo stesso Petitto, nella lista del Pd. La direzione regionale di martedì non ha sciolto il nodo e occorrerà aspettare ancora qualche giorno e l’esito di una mediazione che si annuncia molto complicata. «Confido – ha detto Petitto – nell’operato di Cennamo. Aspettiamo le prossime ore per conoscere le sue decisioni. E’ certamente singolare che si arrivi a pochi giorni dalla presentazione delle liste per fare una mediazione. Ci sono logiche che francamente mi sfuggono. Sono nel Pd da 15 anni e vedere che vengono invece garantite persone che hanno preso la tessera solo qualche mese fa, solo perché considerati uscenti, lascia un po’ l’amaro in bocca». In ogni caso l’ex Presidente del Consiglio comunale di Avellino ribadisce il sostegno al Governatore De Luca ma anche la volontà di non fermarsi. «Valuteremo il da farsi, insieme ai tanti amici, militanti e amministratori e sindaci che mi stanno sostenendo. Certamente – ha aggiunto –  ci faremo sentire. Mi aspettavo almeno di ricevere una telefonata da qualche autorevole dirigente del partito, poteva esserci un confronto più franco e schietto nei mesi addietro. Invece così non è stato, ne prendo atto e vado avanti con le masse di cittadini che continuano a sostenermi, e soprattutto con le nostre idee alternative rispetto a quelle di determinati personaggi che hanno fatto disastri nella nostra provincia. Sarò comunque in campo al di là delle scelte di Napoli», conferma Petitto che, poco dopo, con un post sulla sua pagina Facebook ribadisce la volontà di non mollare. E tra i suoi più convinti sostenitori (oltre a Conte che lo ha elogiato pubblicamente confermando il sostegno al Pd mentre ha affermato che i livelli nazionali di Articolo 1 non appoggiano la lista messa in piedi da Todisco) c’è il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, anche lui convinto che non ci sia scelta migliore per il Pd e per il territorio della candidatura di Petitto. «E’ arrivato – ha detto il sindaco di Avellino –  il tempo di mettere in campo la politica, di fare valutazioni di merito. L’unica soluzione in campo praticabile non potrà che essere Petitto candidato del Pd, per il percorso che ha fatto fino a questo momento, per l’impegno, per le tornate elettorali affrontate. Ha tutte le carte in regola per essere il secondo uomo del Pd. Al momento non c’è ipotesi altra collocazione, al momento l’unico antagonista di Petitto è Ciarcia che il Pd ha già provveduto a nominare a capo di un ente quale Alto Calore. Sarebbe alquanto inopportuno affrontare la campagna elettorale se c’è di mezzo un ente sovracomunale. Il Pd non può consentirlo. Il percorso di Petitto nel Pd non può che testimoniare che lui è il candidato del Pd». Una scelta senza alternative secondo il primo cittadino che approva la decisione di Cennamo di non decidere ma allo stesso tempo Festa fa notare che «la scorsa settimana a Roma, durante un incontro con i vertici del partito, ho ricordato loro che prima di diventare sindaco ho sposato la causa Zingaretti sia al congresso nazionale che regionale, mentre altri si sono nascosti dietro posizioni che cercano di attingere da più lati provando sempre a vincere comunque. Io sono stato coerente e da solo, in virtù del mio ruolo ho chiesto fortemente la candidatura di Petitto. Il Pd ha bisogno di Petitto candidato per diventare il primo partito in città e provincia, ed evitare di vedere i suoi voti erosi dalle civiche». La battaglia sulle candidature è in pieno svolgimento e lascia sullo sfondo i problemi concreti e un dibattito sul futuro della Regione che stenta a decollare. Conte lo ha scritto suo libro e lo ha ribadito anche a margine dell’incontro. «Il tentativo –  ha spiegato il deputato di Leu –  è quello di animare il dibattito sulla Regione come ente intermedio di raccordo tra Stato e territori, quale idea abbiamo per i prossimi trenta anni, quali saranno le direttrici dello sviluppo, come potremo risalire la china di una crisi socio economica devastante post Covid. La campagna elettorale invece si sta attardando sulla formazione delle liste, su un civismo che sembra più strumenti di raccolta del consenso e personalismi». Conte non fa bilanci («troppo diversa la Campania prima e dopo il Covid»), ma preferisce guardare al futuro. «E’ sulla prospettiva che il dibattito è lento e il tono basso. La Regione ha svolto ruolo mediatico importante, che pure ha avuto un suo valore, ma sul piano pratico non c’è stata emergenza come al Nord ma paghiamo gli stessi costi di quelle regioni. La Campania lanci proposta per il Sud, faccia in modo che i fondi che arriveranno dall’Europa non restino solo al Nord come sempre. Ci vuole progetto politico, non le scelte dell’uomo solo ma ricostruire un tessuto politico. O il Sud fa questo o perderà anche questa battaglia».

 

 

 

 

 

 



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