“Questo nuovo progetto vuole essere di sinistra e ambientalista, mirando alla tutela dei territori e dei diritti delle persone”
Il messaggio di Luca Saltalamacchia è chiaro e coinciso. Il capofila della lista Terra, in una delle ultime conferenze stampa prima della tornata elettorale, ha messo chiaramente le carte sul tavolo, snocciolando il progetto della sua lista. Un progetto che prosegue spedito, seppure alla prima esperienza.
“C’è molto entusiasmo. La squadra è molto coesa. Io sono stato proposto pur non venendo dall’ambiente politico e mai avrei creduto di fare una esperienza del genere. Ho accettato con molte riserve poiché avevo sempre guardato al mondo della politica attiva con molto sospetto. Devo però dire che è stata una esperienza entusiasmante, anche grazie al grande numero di persone che lavora instancabilmente dietro le quinte e che sono fortemente legate al territorio”.
Il percorso, che ha unito molte forze politiche e sindacali di sinistra, ha comunque incontrato qualche intoppo, come la mancata collaborazione con Potere al Popolo. Sulla questione, Saltalamacchia apre per il futuro e punzecchia i 5 stelle.
“L’unico rammarico è quello di non aver potuto fare un unico progetto con Potere al Popolo. La spiegazione che mi è stata data, essendo arrivato dopo, è che Potere al Popolo voleva correre da solo e non rientrare in un progetto più ampio. Sicuramente, dunque, c’è stata l’ennesima spaccatura a sinistra, ma io voglio guardare anche all’aspetto positivo, cioè al fatto che Terra ha messo per la prima volta insieme Rifondazione, Sinistra Italiana e Cobas. Queste erano realtà che avevano sempre camminato su binari separati e che invece stavolta hanno rinunciato al proprio simbolo e si sono unite per lottare per un progetto comune. Sono comunque sicuro che anche per il futuro potremo instaurare una collaborazione, vedremo poi in che forma. Quel che è certo è che l’elettorato di sinistra chiede la riunificazione di tutti i partiti e le liste. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, invece, devo dire che non li vedo come antagonisti: governano con il PD, anche in molte città come si vocifera per Napoli, dopo averlo fatto con i neofascisti. Altro che forza antagonista, i loro atteggiamenti dimostrano solo la volontà di rimanere attaccati alle poltrone”.
Ambiente, lavoro e sviluppo sono tematiche al centro del progetto politico di Terra, ma Saltalamacchia ci tiene a specificare come le ultime due questioni siano sottese a quella ambientale.
“Per noi tutti questi temi sono sullo stesso piano: quello ambientale. Tutti gli altri entrano nel contenitore ambiente. La nostra visione è fortemente legata alla tutela dei territori che rappresenta per noi la rinascita. Attraverso la riconversione industriale pensiamo di poter invertire la rotta del degrado che si sta verificando. Faccio un banale esempio: con il recovery fund e i fondi che l’Europa sta stanziando per il Green New Deal, ci saranno milardi euro per progetti ambientali. Vedo che le altre forze politiche non hanno una visione di sviluppo ecosostenibile e posso affermare che se ne avessimo la possibilità sapremmo cosa fare, ovvero un piano di bonifiche a tappeto dei siti inquinati per far rinascere i territori che consentirebbe ai giovani di non essere costretti a partire e alle imprese di far partire nuove attività. Secondo l’Ispra le bonifiche potrebbero portare 200 mila posti di lavoro nei prossimi 5 anni”.
In questi giorni in Irpinia è tornata a far rumore la questione legata alla criminalità organizzata e anche su questo punto Terra ci tiene a differenziarsi dai competitors.
“Il grande assente di questa campagna elettorale è la criminalità. Nessuna forza politica parla di Camorra o criminalità e questo significa che sono talmente forti da essere riusciti a silenziarsi e a passare inosservati. Io da avvocato sono abituato a vedere le carte e ho fatto lo stesso in questa esperienza e ho scoperto che in nessuno dei programmi degli altri candidati c’è un punto per la criminalità. Gli unici siamo noi di Terra, e non è un caso perché noi conosciamo il collegamento che c’è con la devastazione ambientale. Non possiamo pensare di operare in questo senso senza impegnarci fortemente nella lotta alla criminalità”.
Nell’ambito della conferenza hanno avuto modo di esporre il proprio pensiero anche i candidati per il distretto di Avellino, come Tony Della Pia che ha posto l’accento sulla necessità di fare un lavoro che sia radicato sul territorio. Anche dopo le elezioni.
“Il nostro appello è quello di liberarsi dai sistemi di potere che questa provincia ha costruito negli anni. I cittadini devono votare in modo libero e guardando alle proposte più adeguate al nostro territorio, inerenti al mondo del lavoro. Girando per la Provincia in queste settimane siamo di nuovo venuti a contatto con problemi che già conoscevamo e stiamo proponendo sia per quanto riguarda le bonifiche che per lo spopolamento dei giovani. Il nostro lavoro, ci tengo a precisarlo, non finirà con questa campagna elettorale ma continuerà, radicato sul territorio. Per fare questo abbiamo però bisogno della partecipazione democratica dal basso”.
O come Rita Labruna, che ha sottolineato la necessità di ritornare a parlare di politica piuttosto che agire per il proprio tornaconto.
“Votare per Terra significa rimettere al centro la Politica, quella fatta con passione. In questi giorni sui territori si muovo banditi che aprono comitati elettorali per una propria ricollocazione personale. Noi pensiamo che si debbano riportare al centro la dignità delle persone e dei territori”.
Annamaria De Stefano, invece, scardina le solite chiacchiere sul voto utile, rilanciando l’ideale di un voto pulito.
“Vedo molto interesse rispetto alla lista, anche se ci viene sempre fatta la solita obiezione del voto utile. C’è il concetto che la frammentazione porti alla dispersione dei voti, ma il voto deve essere utile per tutti, nell’interesse della collettività, per cui non vedo un voto più utile di quello dato a Terra. Per cui ribaltando la questione, domando: e il voto pulito?”
Così come Alfredo Galdieri che è entrato nel merito e ha citato Giuseppe Fava per spiegare il suo concetto di lotta.
“Siamo alla fine della campagna elettorale. Oggi è l’anniversario della nascita di Giuseppe Fava e io voglio riprendere una celebre frase: a che serve essere vivi se non c’è il coraggio di lottare? Oggi è questa la vera partita, non più quella delle sfumature. Da un lato abbiamo la politica degli ultimi 30 anno che ha generato la morte di una generazione e dell’ambiente. Abbiamo necessità di tornare a vivere e quindi di tornare a lottare. In una società civile come quella in cui siamo, la lotta si fa in cabina elettorale e l’unica scelta in questo senso è Terra. La battaglia che è in atto è di legalità e legata al fuoco che dobbiamo mantenere dentro”.