Regionali, Todisco: al fianco di De Luca ma con la forza e l’autonomia di un soggetto di sinistra – IL CIRIACO

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«L’attrattività di De Luca è innegabile. Con noi anche pezzi di quella sinistra che non vuole rassegnarsi ad essere una forza residuale. Dal M5S intollerabile ambiguità. De Magistris? Deve fare pace con se stesso, l’odio per il Governatore non è una categoria politica». Francesco Todisco, consigliere del Governatore delegato alle Aree Interne, a tutto campo sul perimetro di forze a sostegno di De Luca e sul ruolo di Articolo Uno alle prossime elezioni regionali.

 

La corsa elettorale di De Luca parte con 18 liste. Non sono un po’ troppe per poter delineare un profilo politico chiaro di centrosinistra?

«Lo spettro di forze politiche e civiche che hanno riconosciuto l’autorevolezza, la capacità di stare sulle questioni, il profilo con cui il Presidente De Luca ha governato, anche questa fase particolarmente complessa, è sicuramente ampio. Non si può banalizzare il fatto che la candidatura di De Luca eserciti un’attrazione così forte, è un dato che va valutato con attenzione. Ora inizia un tragitto che dovrà giungere ad una sintesi che definisca il profilo delle forze a sostegno di De Luca. Il mio auspicio è che si arrivi a costruire liste che abbiano un’omogeneità di impegno. Poi alla regia politica che sta lavorando intorno alla sua candidatura, l’onere di presentare un quadro che per valori e principi possa avere un orizzonte di governo politico amministrativo per la Campania».

Quale sarà il suo ruolo e quello di Articolo Uno?

«Quello che testardamente ho auspicato fin dall’inizio con tanti pezzi della sinistra diffusa che contestavano il rapporto con De Luca. Ho sempre sostenuto che, con la nostra capacità di stare in maniera autonoma e critica al fianco di De Luca, dovessimo costruire una nostra forza. Quella intuizione e quella testardaggine che voglio rivendicare, è diventata un patrimonio su cui oggi si riconoscono in tanti. Sono profondamente convinto che le elezioni regionali siano un inizio per un percorso che deve guardare avanti. Ci muoveremo partendo dalla forza organizzativa di Articolo Uno ma cercando di coinvolgere pezzi dell’impegno di una sinistra con capacità e sguardo di governo, forze ambientaliste, esperienza del pensiero cattolico democratico. Tante espressioni che si sono riconosciute inizialmente nel Pd, e che poi si sono in qualche modo sentite apolidi per tutte le vicende che hanno interessato quel partito. Puntiamo a costruire una forza politica che possa realizzare i sentimenti e gli ideali iniziali che hanno caratterizzato il Pd, senza porsi in maniera contrapposta ma cercando di maturare una dialettica rafforzativa del campo largo del centro sinistra. L’ho sempre pensato, anche alle elezioni politiche con l’esperienza di Leu. Sono soddisfatto che, rispetto alla candidatura di De Luca, questa sinistra abbia riconosciuto il proprio terreno di impegno. Ci sono forze autorevolissime come quella di Salvatore Vozza che cinque anni fa erano candidati alternativi a De Luca e oggi invece si pongono l’obiettivo della costruzione di un campo progressista che possa governare la regione per incidere sui processi».

Quindi ci sarà una lista più tendente a sinistra all’interno della coalizione?

«Assolutamente sì. Siamo stati responsabilizzati anche in tal senso dal Presidente che ha grande rispetto delle tradizioni politiche di ognuno. Stiamo provando a costruire una lista che però sia un progetto politico che non parli solo alla Campania. Un esperimento che parli anche al resto del Paese, tanto che il gruppo dirigente nazionale, da Scotto allo stesso Speranza a Bersani, sono tutti profondamente consapevoli che la Campania è un esperimento nazionale».

All’appello però manca Sinistra Italiana.

«Non ho chiaro il percorso nel quale intende muoversi Sinistra Italiana. Prendo atto del fatto che leggo una posizione di pura e semplice contrapposizione a De Luca e non altro. Registro anche il disagio di tanti militanti e dirigenti di quel mondo che stentano ad immaginare che il loro destino debba essere quello di una forza residuale, marginale, con punte massimaliste, che non vuole provare ad incidere in un campo largo. Spesso con giudizi sommari, come quelli di Tonino Scala, che rispetto ma non condivido».

E’ preoccupato da un’eventuale discesa in campo di De Magistris, magari insieme a Cinque Stelle e Sinistra italiana?

«C’è un problema di non facile soluzione, mettere d’accordo le diverse anime politiche che abitano in De Magistris. Il sindaco di Napoli ha avuto un atteggiamento di schizofrenia politica, passando da una posizione all’altra. L’unica cifra del suo comportamento è l’odio nei confronti dell’esperienza De Luca. Stento ad immaginare che DeMa, pezzi della sinistra e M5S possano trovare una quadra. Non so come la sinistra possa allearsi con una forza che, senza porsi alcun problema di coscienza, si sposta dalla Lega al Pd, dimenticare le firme che il M5S ha messo a provvedimenti profondamente incivili e contrari alla storia della sinistra democratica, come i Decreti sicurezza voluti da Salvini. Chi crede nei valori della sinistra è altrove».

Quegli stessi provvedimenti però restano in piedi nonostante oggi al governo con il M5S ci siano Pd e Sinistra Italiana.

«Infatti è una questione tutta aperta, ho sempre conservato le mie riserve rispetto al rapporto con il M5S. Ritengo che quello nazionale sia un governo necessario perché nato dopo il tentativo di spallata di Salvini dal Papeete, ma questo non vuol dire che quel Governo abbia un’identità politica. E non è un caso che oggi, chiamato in una regione importantissima quale la Campania, il Movimento si sia del tutto sottratto ad uno sforzo di confronto con il presidente uscente, con il Pd e con le altre forze di centrosinistra a sostegno di questa coalizione. Questo atteggiamento rappresenta l’ennesima intollerabile ambiguità dei Cinque stelle che devono decidere qual è il loro orizzonte politico. Io non ritengo che una forza politica degna di questo nome possa definirsi né di destra né di sinistra. Non credo che Sinistra Italiana possa non farsi problemi ad aprire un dialogo con una forza di questo tipo».

 

 



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