Il bilancio di questa prima settimana di campagna elettorale non lascia molto spazio all’entusiasmo. Dai candidati, slogan ed impegni generici a parte, abbiamo ascoltato poco rispetto ai progetti (concreti e realizzabili) per la nostra provincia e per il suo sviluppo nel contesto dello scenario regionale e del mezzogiorno nel suo complesso. D’altra parte avremmo preteso anche troppo visto che, fino a qualche ora prima della presentazione delle liste, si lavorava un po’ ovunque a colpi di matita, gomma e…telefono per trovare, scrivere o cancellare, candidati nelle diverse compagini. E poi, quanto è accaduto in alcuni partiti ha risentito di questo clima di incertezza facendo si che i primi giorni fossero più a commento di quanto era accaduto invece che una prima riflessione su ciò che dovrà, o dovrebbe, essere. Da domani si spera che il clima cambi e che il confronto, anche se con toni aspri, si sposti unicamente sulle cose da fare per la Campania e per l’Irpinia mettendo da parte, per quanto è possibile ovviamente, polemiche sterili e reazioni del tutto scomposte come quelle dei vertici regionali della Lega che hanno minacciato querele (!) per il sondaggio, realizzato da Ipsos e pubblicato dal Corriere della Sera, che assegna al Carroccio campano un poco credibile (se rapportato alle precedenti tornate elettorali) 3,3 per cento. In ogni caso non è giustificata la reazione che denota un certo nervosismo per una rimonta, quella del centrodestra, che resta difficile e per la leadership della coalizione secondo il sondaggio a dir poco proibitiva per la Lega (undici punti dietro Forza Italia e ben sette da Fratelli d’Italia). Tornando alle questioni più strettamente locali da domani vorremmo ascoltare parole più chiare ed impegni più certi sulla sanità che l’emergenza Covid ha reso argomento di primo piano. Il territorio aspetta una rivisitazione completa dell’organizzazione sanitaria che faccia della medicina territoriale il primo baluardo della prevenzione evitando i problemi di una ospedalizzazione spinta che ha provocato più di qualche problema nei mesi scorsi. Ci piacerebbe sapere cosa hanno in animo di fare i nostri candidati per ridisegnare il sistema dei trasporti che in alcune parti della provincia è una cosa della quale non si può certo menar vanto e come si immagina di andare oltre le enunciazioni di principio sulla tutela adell’ambiente, l’organizzazione della gestione dei rifiuti e del servizio idrico (per le parti di competenza della Regione) senza contare le questioni relative allo sviluppo che meritano un discorso a parte. Le ingenti risorse europee che arriveranno sicuramente anche dalle nostre parti come saranno gestite? Si tratta, in sostanza, di cominciare a far prevalere le questioni piuttosto che la polemica spicciola e fine a se stessa. Se ci si attarda a recitare il solito copione, infatti, il rischio è quello di trovarsi di fronte ad un altro dato clamoroso: quello dell’astensionismo. E non sarebbe soltanto colpa del Covid.