“Cherchez la femme”, è l’imperativo in casa Pd a poco più di due mesi dalla presentazione delle candidature. Ci sarebbe, infatti, da riempire solo una casella per completare il poker di candidati sotto il simbolo ufficiale del partito. Le cose, però, non sono cosi semplici, anzi il percorso che porta alla soluzione del problema è ancora lungo e ricco di insidie e per questo non vanno assolutamente esclusi clamorosi colpi di scena. L’ipotesi della quale si parla da un pezzo, è quella che vede tre caselle su quattro già assegnate e una trattativa interna ad Areadem per la scelta del quarto nome, una donna appunto. E dunque via libera agli uscenti Rosetta D’Amelio e Maurizio Petracca, spazio a Livio Petitto e una rosa di tre nomi dalla quale dovrebbe uscire la candidata che rappresenterà la componente dell’ex senatore De Luca: Nancy Palladino, Ida Grella e Maria Luisa Guacci. Vicenda chiusa? Niente affatto perché la scelta delle candidature si scontra con ambizioni e mal di pancia e rientra in uno scenario più ampio nel quale, chissà, anche il congresso che verrà potrebbe fungere da camera di compensazione. Non sarà facile per il commissario provinciale Aldo Cennamo riuscire a far quadrare il cerchio e il suo tentativo, che pare fallito, di celebrare il congresso prima delle regionale era funzionale anche alla “sistemazione” dei rapporti tra le componenti oggi in una situazione di tregua armata. Ma come potrebbe mutare lo scenario? Intanto con una scelta diversa da parte di Areadem che, ovviamente, metterebbe in discussione tutto il resto. La componente, infatti, vorrebbe inserire un uomo (il sindaco di Solofra Michele Vignola in primis o in alternativa l’amministratore dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia), ma questo implicherebbe lo “spostamento” di Petracca o Petitto in una delle liste di De Luca, con la presidente dell’assemblea regionale Roberta Santaniello a completare il quadro, ma questa ipotesi al momento non viene presa in considerazione da nessuno dei due anche se pare se ne sia parlato nei giorni scorsi senza per ora approfondire più di tanto. Anche all’interno di Areadem c’è chi ha preso in considerazione questa eventualità ma la cosa è stata immediatamente stoppata dallo stesso De Luca. L’ex senatore non accetterebbe mai di vedere il “suo” candidato fuori dalla lista ufficiale del Pd. E allora ecco che torna in ballo il congresso provinciale. L’assise del partito potrebbe essere l’occasione giusta per calmare le acque e trasformare quella che potrebbe essere una conta annunciata nel più classico degli “scambi”: un via libera alla candidatura in cambio di un sostegno per la corsa alla segreteria. Non ci sarebbe da scandalizzarsi peraltro visto in che all’interno dei partiti sono cose accadute più volte in passato. A via Tagliamento l’estate sarà molto lunga e le sorprese non mancheranno: quello che è certo oggi, domani potrebbe non valere più.