regole? Prima paghi, poi parli – Corriere dell’Irpinia

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di Gerardo Di Martino

È questo il vero problema della nostra Comunità. Nessuno ci mette l’accento che ci vorrebbe, perché tra quelli che hanno il potere di farlo (e aggiungo, il dovere), nessuno ha l’interesse: ma a me che importa, sto bene io, stanno bene tutti.

Il ragionamento non fa una grinza. È concetto che dobbiamo, però, per forza misurare con un basilare presupposto: esistono almeno due Italie. La linea di demarcazione è sempre la stessa, quella che tirarono i tedeschi nella ritirata,la Gotica tra Firenze e Bologna, all’incirca e per intenderci.

La questione acquista un enorme significato, che impatta sulla vita di tutti, (almeno) nella parte sud.

Una Società che non arriva nemmeno a comprendere che bisogna pagare, prima di parlare, è una Società senza futuro, povera e depressa.

In realtà, siamo stati abituati, al contrario – almeno noi di qua rispetto alla linea Gotica – a ricevere tutto gratis.

In forza di questo primo comandamento sono stati, e vengono tutt’oggi, calpestati e vilipesi servizi pubblici e professioni. Di solito sarebbero, e sono, il baricentro di distribuzione di regole e benessere affinché un’intera nazione possa goderne.

Tutto gratis. È questo il punto. Tra dottori di base, pronto soccorso ed ospedali, da una parte; avvocati, commercialisti, ingegneri ed architetti, dall’altra; la musica non cambia. Tutto a sbafo. Per non parlare dei Condomini, elementare, anzi primitiva forma di Comunità: ciascuno a richiedere, a pretendere. E chi paga?

Tutti, dunque, nel mirino, nel bersaglio, di una società che nella sua maggiore composizione non paga, che è abituata a non pagare, e che proprio per questo ritiene di poter fare tutto, anche fregarsene di servizi e professionisti in grado di assicurare libertà e salute, per mandarli a quel paese. Tanto è gratis. E quando è gratis, tutti hanno ragione da vendere.

Le regole, per tornare a noi, muovono da un unico, solo caposaldo, costruito dai popoli che ritengono di evitare lo sfarinamento della Comunità, per garantirne il battito: prima paghi, poi parli. E dopo verifichiamo cosa c’è da dire. E se non possiamo pagare, chiudiamo!



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