Resta l’intervento umano, la ricerca di Bergamino tra passato e futuro

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Dal “futuro anteriore” che illustra una prospettiva dell’ecosistema dallo stato attuale a quello
conseguente all’intervento umano al”futuro utopico”, immagini cupe di ciò che potrebbe essere o che tristemente gia è. E’ la mostra di Stefano Bergamino “Resta l’intervento umano”, allestita  all’Eliseo nell’ambito del festival Laceno d’oro. Tra le due sezioni “Crepe”, un’opera che si fa espressione dell’umanità, con  una sagoma umana dalla quale dipartono lacerazioni che oscurano il mondo.  A caratterizzare le opere la stampa a impressione termica. “Quella tecnica – spiega – permette di annerire temporaneamente la carta così da poter creare una narrazione che muta nel tempo: le opere, evolvendosi, rappresenteranno il domani.”

E’ Bergamino  a spiegare come “L’iispirazione è nata da questo tipo di stampa: quando mi sono trovato tra le mani la macchinetta giocattolo che ho usato per realizzare parte delle opere della mostra ho iniziato a pensare a come riciclare gli scontrini usati. La prima stampante a impressione termica mi è arrivata quando ero al mare e ho deciso di provare a raccontare di un mare che non avesse più reti a strascico, grazie alla stampa termica potevo raccontare la storia in modo che evolvesse nel tempo e lo strumento era già a portata. Così è nata la prima opera che ho realizzato per la mostra:”le acciughe fanno il pallone”. Le altre sono nate come conseguenza diretta, volevo raccontare di un mare libero dai rifiuti, libero dalle reti e dal male dell’uomo. Così è nata la mostra “resta l’intervento umano”. Di forte suggestione la performance “l’intervento umano” “l’opera “incognita” è la mia visione del futuro, o meglio, di come il futuro possa essere cambiato così come cambia la stampa termica, spero si possa agire insieme per poterlo migliorare e quello che ho fatto è stato far cancellare al pubblico parte dell’oscurità che copre il sentiero per un futuro migliore”

 



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