“Andare avanti tra divieti, ordinanze e restrizioni della libertà per noi ristoratori sta diventando insostenibile. Abbiamo subito con dignità, coraggio e responsabilità il lockdown – comunica in una nota Giuseppe Maglione titolare della Pizzeria Daniele Gourmet -. Abbiamo affrontato le spese per poter riaprire, rispettato alla lettera le norme di sicurezza – le più severe rispetto a qualsiasi altra attività – e adesso, dobbiamo ancora una volta pagare la negligenza altrui?
Esiste un protocollo anti-covid a cui noi abbiamo ubbidito, non senza problemi per le casse delle attività commerciali, dunque dove è il rischio? Perché far passare il messaggio distorto che il contagio avviene nei ristoranti, perché colpire noi per mettere un freno alla movida? Siamo diventati il capro espiatorio di una pandemia che riguarda tutti, ma a pagare sono persone che con fatica, sacrifici e determinazione si erano riusciti a costruire un futuro per sé e per i propri figli. Un futuro che rischia di svanire di fronte ad ordinanze che non tengono conto delle esigenze di tante attività che rappresentano il tessuto economico della società. Una persona che vive gran parte del giorno seduto su una poltrona, che vive di stipendio garantito, non può immaginare quanto sia difficile lavorare con l’ansia costante di far quadrare i conti, di dover dire a un proprio dipendente che non può pagargli lo stipendio, o addirittura di dire ai propri figli che non può comprargli un paio di scarpe.
L’ansia poi si moltiplica per chi lavora di notte – continua Maglione. Nessun controllo, giovani scalmanati, ubriachi che agiscono incuranti delle regole, si assembrano, spesso litigano e chi controlla? Troppo facile scaricare le colpe su un comparto che è rigoroso e sicuro dal punto di vista igienico e sanitario più di qualsiasi altro paese al mondo. Chiudere prima non sarà la soluzione al Covid, chi si assembra continuerà a farlo se non si investe in sicurezza. Siamo noi i primi a chiedere maggiori controlli, gli stessi controlli a cui noi veniamo sottoposti quotidianamente vorremmo vederli applicati anche a chi non rispetta le regole.
Chi governa invece di restare seduto a firmare nuovi regolamenti, trovi una soluzione per le tante persone costrette ad accalcarsi sui mezzi pubblici per andare a lavoro, a chi aspetta da giorni l’esito di un tampone, ai posti letto vacanti negli ospedali e poi magari a come far sopravvivere le tante attività che a questo punto invece di chiudere alle 23.00 chiuderanno definitivamente. La morte più brutta e umiliante per un uomo non è il Covid, ma morire senza dignità”.