Riaperti al pubblico: così i ristoranti irpini hanno reso sicuri i loro locali – IL CIRIACO

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Il Governo ha dato il via libera alla riapertura al pubblico di bar e ristoranti dallo scorso lunedì, in Campania invece, con il decreto del Presidente Vincenzo De Luca, sarà possibile farlo da oggi.

E’ scattata quindi l’ora X anche per gli imprenditori irpini, che in queste ore stanno riaprendo i loro locali, non operando più soltanto con l’asporto e la consegna a domicilio. Per capire come funzionerà da adesso in poi nei locali di Avellino e dintorni ci siamo recati presso alcuni di loro. Ci hanno aperto le loro porte dunque mostrandoci il nuovo assetto.

Sarà tutto diverso -ci dice Diego Nigro, proprietario del Ristorante Malaga, che al nostro, arrivo insieme ai suoi collaboratori stava applicando in terra i segni da non oltrepassare oltre a quelli per indicare alle persone dove posizionarsi. La fase di asporto e consegna a domicilio a noi è andata bene: le portate di pesce sono comunque qualcosa di diverso rispetto alla stragrande maggioranza degli altri locali. Ora sarà tutto un’incognita: avevo una media abbastanza precisa di coperti per tutti i giorni della settimana, adesso dovremo riabituarci e capire come sarà la situazione. I tavoli vicini all’ingresso non saranno disponibili, perché ci sarà la fila di persone che attenderanno di entrare, sempre nel rispetto delle distanze. Per quanto riguarda le sedute: i tavoli da 6 potranno ospitare 3 persone, quelli da 4 invece 2 persone. Fortunatamente sto avendo un riscontro positivo: ci sono diversi clienti affezionati che già hanno prenotato dei tavoli per sabato e domenica. Dipenderà tutto dalla curva epidemiologica: se si continuerà a calare credo che potremo tornare abbastanza presto alla normalità anche nei nostri locali“.

Riapre anche il Tuke Pub, ma nonostante questo le difficoltà non sono finite e le incognite sono ancora molte. Questi i pensieri dei proprietari, Agostino Forino e Alfonso Fontana: “La fase del delivery è stata un palliativo, giusto per rimettere in moto la macchina, ma noi siamo nati con altro scopo, per mangiare sul posto. Nonostante questo devo dire che non è andata male. Ora riapriamo, ma tra tante difficoltà e senza nessun aiuto: adesso si inizia a intravedere la cassa integrazione, ci si aspettava qualche sostegno più concreto, e siamo ancora in attesa. Tra l’altro veniamo anche da tanti lavori effettuati nel locale prima del lockdown. Abbiamo perso circa il 40% dei coperti all’interno, fortunatamente qualcosa abbiamo recuperato con i tavoli all’esterno. Noi ci proviamo, avevamo l’obbligo morale di riaprire, ma se le cose non andranno a buon fine siamo pronti ad abbassare la serranda definitivamente. Un po’ di gente ha ancora paura ed è normale: per questo c’è bisogno, oltre che del nostro impegno, di un aiuto concreto da parte delle istituzioni“.

Aperto già da ora di pranzo Il Villaggio dei Golosi, di Fiorenzo Imbimbo: “La Fase due è andata molto bene nella prima settimana, probabilmente anche perché la gente aveva molta voglia dopo la quarantena. Dopo i primi giorni, però, abbiamo lavorato molto meno, diciamo al 20% rispetto al solito volume d’affari. Adesso abbiamo adattato il locale ai provvedimenti seguendo le linee guida. In realtà abbiamo anche rinunciato a qualche tavolo per essere sicuri di stare nei limiti. Sostanzialmente abbiamo 10 tavoli, quasi la metà rispetto ai soliti 19. Speriamo in breve tempo di poter allestire anche all’esterno in modo da raggiungere di nuovo la capienza usuale. Da questa nuova fase, però, non saprei cosa attendermi: noi ci stiamo adeguando, anche se già oggi a pranzo abbiamo avuto qualche difficoltà dato che è difficile anche per noi esercitare questo doppio ruolo di ristoratori-controllori, ma tutto dipenderà dalla volontà delle persone di frequentare luoghi pubblici“.

Federico Spinelli e Gianmarco Venezia



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