Ricordando Nicola Vella, simbolo delle battaglie per il riscatto dell’Alta Irpinia

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Dare risposte concrete a bisogni primari. E’ il senso dell’impegno di Nicola Vella, espressione di una politica intesa come attenzione ai bisogni della comunità, dalla profonda valenza etica. Sindaco di Lacedonia, offrì un contributo decisivo al riscatto dell’Alta Irpinia. A rendergli omaggio il volume “Scritti in onore di Nicola Vella” pubblicato in collaborazione con il Corriere.  Sarà presentato il 10 ottobre al Circolo della stampa di Avellino nell’ambito di un incontro promosso dal Centro di cultura del Mezzogiorno Nicola Vella. A confrontarsi sulla lezione di Vella  il direttore del Corriere dell’Irpinia Gianni Festa, gli storici Francesco Barra, Vincenzo Sbrescia, Paolo Speranza tra gli autori degli scritti dedicati a Vella. A introdurre l’incontro Aldo Vella, figlio di Nicola, anche lui amministratore appassionato, in prima linea nelle battaglie in difesa del Sud. Modera Floriana Guerriero. Conclude Rosa D’Amelio, presidente del Centro studi Nicola Vella.

“Vella – spiega Rosa D’Amelio – riusciva in tutto ciò perchè conservava un costante contatto con la comunità. una visione territoriale, una grande apertura al confronto istituzionale ed un profondo operare etico. Uomo del Sud e protagonista di un’Alta Irpinia alla ricerca  di riscatto, Nicola ci ricorda che ad incidere sul progresso non siano soltanto le scelte economiche ma anche e soprattutto la levatura morale delle classi dirigenti che agiscono a qualsiasi livello”

ìNato a Monteverde, dove oggi lo ricorda una lapide, dal 1943  fu attivo nel Partito d’Azione, collaborando con il giornale “L’Irpinia libera”. Nel 1944 il locale CLN lo designò sindaco di Lacedonia e commissario prefettizio a Bisaccia. La sua attività di amministratore locale fu al fianco dei più deboli, in particolare del movimento dei braccianti altirpini. Si avvicinò progressivamente al PCI, fondando, nel 1952, il periodico “Il Progresso irpino”. L’anno successivo fu eletto consigliere provinciale, come indipendente nelle liste comuniste. Fu promotore – come riferisce Vincenzo Barra del Centro Ricerca Guido Dorso – del movimento contadino per l’occupazione delle terre incolte, perché fosse allargata la riforma agraria all’Alta Irpinia e fossero denunciate all’opinione pubblica nazionale le condizioni di vita dei contadini del Mezzogiorno. Dopo il 1956, rieletto consigliere provinciale, si distaccò dal PCI, aderendo al movimento “Comunità”, promosso da Adriano Olivetti, con cui si candidò al Senato, per poi aderire al Partito socialdemocratico. Nel 1958 fondò a Napoli il periodico “La Regione”. Morì a Napoli il 4 settembre 1984



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