Rientra dal permesso in carcere con della droga nascosta nel retto

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Ha portato con sé, debitamente occultata nel retto anale, della droga in carcere al rientro dal suo primo permesso ma l’incauto tentativo non è sfuggito agli attenti controlli della Polizia Penitenziaria.

E’ accaduto ieri nel carcere di Ariano Irpino e darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commenta: “Nella giornata di ieri, un detenuto di origini napoletane, con posizione giuridica di definitivo per reati comuni, al rientro in carcere dal suo primo permesso, ha cercato di introdurre la sostanza stupefacente. La Polizia Penitenziaria, insospettita dal suo nervosismo durante i controlli all’ingresso, ha proceduto alle operazioni di ispezione con massima attenzione e professionalità. Tanto che il soggetto, a seguito di una convincente opera di persuasione, ha confessato di avere seco la droga che, volontariamente, espelleva dal retto. Così si sono recuperati tre ovuli contenenti 60 grammi di stupefacente del tipo hashish. I successi controlli radiologici, a cui il detenuto è stato poi sottoposto presso l’Ospedale Civile per escludere nel suo intestino la presenza di altri ovuli anche a tutela della sua stessa integrità fisica, hanno dato esito negativo”.

“Il SAPPE Campania”, prosegue, “esprime il proprio compiacimento al personale che ha operato, a riprova della professionalità e attaccamento al dovere delle donne ed uomini della Polizia Penitenziaria dell’ Istituto Penitenziario Arianese, vero “carcere di frontiera” per le critiche condizioni operative e strutturali in cui versa come è stato dettagliatamente denunciato dal SAPPE in sede regionale e nazionale.. Tanto che il Provveditore della Amministrazione Regionale dr. Carmelo CANTONE, il Direttore Uff. Personale PRAP d.ssa Carlotta GIAQUINTO, il Direttore Uff. detenuti d. ssa Assunta BORZACCHIELLO, hanno compiuto di recente, responsabilmente, una visita ispettiva nel Penitenziario Irpino, per appurare le criticità denunciate ed intervenire con i necessari interventi ormai improcastinabili, come ci viene assicurato dalle stesse Autorità citate”.

Anche il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato Capece esprime apprezzamento per la professionalità dimostrata dai poliziotti penitenziari del carcere di Ariano Irpino e afferma: “Il SAPPE esprime il proprio compiacimento  per la brillante azione della Polizia Penitenziaria di Ariano Irpino che ancora una volta dimostra di essere garante della legalità all’interno dell’Istituto di pena, nonostante le precarie e critiche condizioni operative”. Capece ricorda anche che nella Relazione annuale 2020 della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), che traccia l’andamento del narcotraffico in Italia e, di conseguenza, descrive il consumo di sostanze illecite da parte degli italiani, è emerso che “continua, per il terzo anno consecutivo, il trend crescente delle morti per overdose che, con un ulteriore incremento pari a 37 unità raggiunge quota 373, con un aumento dell’11,01% rispetto all’anno 2018. In oltre la metà dei casi, la causa del decesso è da attribuire al consumo di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, 1 al fentanil, e 1 alla morfina). Dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di droga, sono complessivamente 25.780 i morti causati dal consumo di stupefacenti. L’andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio”.

Il leader del SAPPE conclude ricordando che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.



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