Ogni mattina tra le 8 e le 9, durante la settimana, il traffico va in tilt in un’ampia zona della città: quella che si trova tra piazza Libertà, la discesa del Banco di Napoli e la risalita del Mercatone. Infuriati gli automobilisti che per andare al lavoro o per accompagnare i figli a scuola devono passare per via De Sanctis o per lo Stretto. Tutto a causa del cantiere che dimezza le corsie del Ponte della Ferriera e a causa della mancata apertura di quel Tunnel di piazza Garibaldi (pronto da anni ma chiuso) che potrebbe decongestionare il tutto. Ed è solo uno dei tanti problemi concreti che la politica cittadina non riesce a risolvere in tempi ragionevoli, anzi li aggrava. Basta vedere quello che sta accadendo in questi giorni con l’avvincente storia del rimpasto di giunta anticipato: un gioco ‘politico’ che si sta consumando sulla pelle degli assessori tecnici (e della città). Professionisti di alto profilo che la sindaca Laura Nargi e i suoi alleati politici guidati dall’ex sindaco Gianluca Festa, avevano convinto ad accettare l’incarico con la promessa di un tempo sufficiente per portarlo a termine. Ora invece si sentono dire, “abbiamo scherzato, di tempo non ce n’è più, arrivederci”.
LA REGIONE CAMPANIA E I NULLA OSTA PER TUNNEL E PONTE DELLA FERRIERA
Gli effetti di questo ‘gioco politico’ si vedono, per esempio, nella scarsa capacità di interlocuzione con la Regione, che a sua volta, altrettanto scorrettamente, gioca al tira e molla su concessioni di risorse e rilasci di autorizzazioni: il tunnel è ancora chiuso e il cantiere del Ponte della Ferriera rallenta, mentre si attendono i pareri e i nulla osta di organismi sovracomunali come la Soprintendenza o il Provveditorato alle Opere Pubbliche. Intanto ogni mattina, quando aprono le scuole e gli uffici, centinaia di avellinesi si ritrovano imbottigliati in un kafkiano anello di traffico che abbraccia e circonda piazza Libertà, la discesa del Banco di Napoli e la risalita del Mercatone: chi si trova all’imbocco dello Stretto non riesce nemmeno a capire quale sia il motivo della coda, perché in realtà l’ingorgo nasce a duecento metri di distanza, davanti al semaforo mobile del Ponte della Ferriera, installato l’estate scorsa con la previsione che sarebbe servito solo per qualche settimana, invece ormai è Natale.
IL PARCO DEL FENESTRELLE
Ed è solo un esempio di quello che si sta sacrificando in nome della tenuta politica di una maggioranza che ha troppa fretta di tornare agli assetti di cinque anni fa. All’epoca l’amministrazione Festa ruppe platealmente i rapporti con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, e per cinque anni non ha ottenuto il riconoscimento di ‘interesse regionale’ per il Parco del Fenestrelle (con tutti gli annessi e connessi finanziamenti per la bonifica e la riqualificazione). Quel riconoscimento, guarda caso, è stato concesso solo nell’aprile scorso, all’indomani delle dimissioni del sindaco Festa e dell’inchiesta Dolce Vita. Poi è arrivata Nargi e con lei le promesse sulla ‘discontinuità’: l’illusione degli assessori tecnici che grazie alle loro competenze specifiche avrebbero da un lato rimesso a posto gli ingranaggi della macchina amministrativa e dall’altro recuperato i rapporti deteriorati con la Regione, con il governo e con l’Europa, facendo uscire il Comune di Avellino da un isolamento paralizzante (vedi pure i binari morti della stazione di Avellino).
LE DELIBERE
Gli assessori tecnici avevano accettato l’incarico e si erano messi al lavoro: avevano iniziato ad attivare linee di finanziamento governative (per esempio con un progetto sulle politiche attive del lavoro), avevano redatto delibere (ce ne sono diverse che sono pronte ma non vengono ancora portate in giunta), avevano iniziato a lavorare, per esempio, sul fronte della gestione degli appalti, con l’adozione di un’unica Stazione Appaltante Qualificata, sulla riattivazione dell’Urban Center (grazie alla ricucitura dei rapporti con gli ordini professionali, che si erano interrotti bruscamente durante l’Amministrazione Festa), sul nuovo Piano di Mobilità Sostenibile, sulla digitalizzazione delle opere pubbliche (tasto quest’ultimo molto dolente per chi teme che un’eccessiva trasparenza delle procedure).
IL CAPRO ESPIATORIO
Gli assessori tecnici avevano accettato la sfida (non certo gratis, ma è assurdo accusare un professionista di farsi pagare per una prestazione di lavoro) e ora si vuole mandarli a casa prima del tempo. Un tempo che nessuno aveva quantificato con precisione, ma che tra le righe era stato fatto intendere sarebbe durato per circa metà mandato, almeno un paio d’anni: si può capire una sopravvenuta esigenza politica di affrettare la pratica, e magari di ridurlo ad un anno, ma azzerare tutto dopo soli 6 mesi sembra davvero una presa in giro. I politici però la sanno lunga, e riusciranno a far credere che tutta la colpa ce l’hanno proprio loro, i tecnici, insinuando la storiella dei ‘mercenari’ che sono venuti qui ad Avellino solo per rubarsi i soldi dell’ingaggio. E quando una storia è pruriginosa fa subito presa sul pubblico, ci crederanno in molti. Una bella storia piena di personaggi e di situazioni. Ci sarà tutto il tempo di leggerla standosene comodamente seduti in macchina aspettando che si sciolga l’anello di traffico attorno al ponte della Ferriera o aspettando che magari apra il tunnel che consentirà di baipassarlo. A convincere la Regione a sbloccare i nulla osta di Soprintendenza e Provveditorato alle Opere Pubbliche ci penseranno i nuovi assessori politici.