Patto civico, Moderati e Riformisti e Forza Avellino, rispettivamente i consiglieri comunali Rino Genovese, ex candidato sindaco della coalizione, i consiglieri comunali Geppino Giacobbe e Sergio Trezza, espressione del gruppo del consigliere regionale Livio Petitto, e Gerardo Melillo, esponente di Forza Avellino, ovvero di Angelo D’Agostino, coordinatore provinciale di Forza Italia, sono pronti a passare all’opposizione.
Aspettano solo che la sindaca Laura Nargi confermi quanto dichiarato nei giorni scorsi in una intervista ad IrpiniaTv, quando ha affermato che nella prossima giunta, che sarà politica, ci sarà posto quasi solo per i festiani. Nessuna poltrona per Patto civico: ai quattro consiglieri la sindaca non pare intenzionata a concedere riconoscimento alcuno nonostante l’appoggio ricevuto durante il ballottaggio.
Per il momento però Genovese e i suoi non sono stati direttamente avvisati, non una telefonata per essere informati del perché l’intesa ufficiosa – non un apparentamento formare – stretta alla vigilia del secondo turno della amministrative non è stata onorata. La sindaca ha palesato le sue intenzioni alla stampa ma non ai diretti interessati.
Che i rapporti tra Festa e l’alleanza che fa capo a Genovese non fossero idilliaci era noto, che l’ex sindaco non avesse più una interlocuzione con il consigliere Petitto pure. Che ci sia tensione in maggioranza soprattutto perché i festiani forti del loro consenso rivendicano un ruolo da protagonisti, non è una novità. Nargi lo ha confermato. Forse però alle parole non farà seguire i fatti: il rimpasto non ci sarà adesso, probabilmente la sindaca darà alla giunta ancora un po’ di tempo. Altrimenti dovrebbe spiegare alla città il perché di un cambiamento repentino, giustificabile solo per la fretta di assecondare una pretesa compulsiva dei festiani. ùChe a loro volta dovrebbero motivare la loro irruzione politica fuori programma, anticipata, dire il perché vogliono il rimpasto in una giunta che si è insediata da pochi mesi e non ha avuto il tempo di mettersi all’opera, non ha potuto fare nulla, non si è messa alla prova. Magari il rimpasto ci sarà dopo Natale, quando gli assessori avranno avuto l’opportunità di combinare qualcosa e soprattutto Nargi avrà più margine di manovra politica nei confronti di Festa. Oppure la sindaca sarà effettivamente alle strette e potrà ricorrere ad un rimpasto. Allora infatti si potranno tirare le somme del lavoro dell’amministrazione, ci sarà una ragione per farlo.
Comunque sia le fibrillazioni sono destinate a continuare: l’anomalia di fondo dell’amministrazione Nargi è strutturale, cioè determinata da un sindaco che non è espressione della maggioranza dei consiglieri, considerato che il gruppo di cui è riferimento, Siamo Avellino, è minoritario. La maggioranza è appannaggio di Festa, che però è fuori da Palazzo di città. Trovare un equilibrio è complicato, una stabilità politica è quasi impossibile. A meno che Nargi non decida di indossare (di nuovo) convintamente la casacca dei festiani.