di Alessandra Litrico
Viviamo in un mondo frenetico e pieno di sfide, in cui preservare la salute è diventato più importante che mai. Ma cosa ci permette di prevenire e affrontare le malattie con maggiore serenità? Una risposta efficace risiede nelle nostre risorse personali, quel bagaglio di strumenti e capacità che abbiamo dentro di noi e che possono fare la differenza.
Scopri con noi come l’autostima, l’ascolto di sé, l’umorismo e la flessibilità possono diventare nostri alleati preziosi per affrontare le difficoltà della vita, dalla malattia allo stress quotidiano. Immagina il tuo corpo come una farmacia ben fornita: autostima, ascolto del corpo, umorismo e flessibilità sono solo alcuni dei prodotti presenti, utili a prevenire e affrontare le malattie.
Il potere dell’autostima: il primo farmaco naturale
«L’autostima è come un muscolo che si può allenare ogni giorno, celebrando i propri successi, imparando ad accettarsi con i propri limiti e fissando obiettivi realistici» spiega lo psicologo-psicoterapeuta e trainer coach Emilio Gerboni: «L’autostima ci fa sentire di meritare attenzione e cura. Inoltre, essendo correlata a un benessere psicologico ed emotivo, ha un impatto positivo sul nostro sistema immunitario. Ogni volta che, invece di trascurarci, ci occupiamo di noi con attenzione e amore, la nostra autostima si rafforza».
Gerboni dà alcuni utili suggerimenti per aumentare la propria autostima. «È importante chiedersi come ci comporteremmo se ci sentissimo pienamente degni di amore e affetto proprio per quello che siamo e non in relazione a come dovremmo essere. Consiglio di mettere in atto una piccola azione quotidiana sulla base delle risposte ottenute dall’immaginare questo scenario.
In secondo luogo, suggerisco di tenere un diario in cui annotare successi quotidiani, anche piccoli, e riflessioni positive. Questo esercizio aiuta a spostare il focus su ciò che si fa bene, piuttosto che sulle proprie debolezze. Inoltre, cercare di vedere le cose da prospettive diverse può rivelarsi utile».
Ascolta il corpo, il medico più vicino
Il corpo è un saggio maestro che ci parla attraverso i suoi sintomi. Mal di testa, stanchezza e dolori muscolari sono campanelli d’allarme che non vanno ignorati. Imparare a decifrare questi segnali è come avere una sorta di medico personale a disposizione 24 ore su 24.
«È bene coltivare un atteggiamento di accoglienza dei segnali che arrivano dal nostro corpo e dalla nostra mente, distanziandoci da un atteggiamento di evitamento dell’ascolto o, peggio, di un ascolto ansiogeno che deforma la realtà», spiega Gerboni. «Classico effetto di questo ascolto ansiogeno sono le ricerche su Google dei sintomi che, invece di rassicurare, terrorizzano, aprendo voragini di angoscia».
L’esperto sottolinea come, probabilmente, la risorsa più importante, che permette l’acquisizione di tutte le altre, sia proprio l’ascolto di sé, che richiede lo sviluppo di intelligenza emotiva e sociale. «Il benessere è legato alla capacità di prendersi cura di sé e dei propri bisogni, ma anche all’abilità di coltivare relazioni di vero supporto e di attaccamento sicuro. Un atteggiamento di fiducia in sé stessi e nella vita. Tutto questo conduce alla massima espressione della maturità che è rappresentata dalla saggezza».
La mindfulness, la meditazione e la pratica di un diario dei sintomi possono aiutarti a diventare più consapevole delle tue sensazioni corporee e a comprendere meglio cosa sta succedendo al tuo interno. «Un’abilità che supporta l’ascolto è l’autoipnosi che può aiutare anche nel supporto del dolore in caso di malattia, così come a prevenirla, essendo una fonte di rigenerazione», aggiunge l’esperto.
Non sempre è facile ascoltare i segnali del nostro corpo e della nostra mente. Traumi passati e meccanismi di difesa possono inibirci, impedendoci di entrare in contatto con le nostre emozioni più profonde.
«Sicuramente i traumi della propria storia personale attivano meccanismi di difesa che ci disconnettono dal corpo, impedendo ascolto e contatto con i segnali che provengono da esso, così come dalla mente. Nel trauma, per protezione, molti stimoli vengono segregati e allontanati dal nostro sentire», spiega il dottor Gerboni. Tuttavia, con la giusta consapevolezza e gli strumenti adeguati, è possibile superare queste barriere e sfruttare al meglio le nostre risorse personali.
L’umorismo è un grande alleato
Lo psicologo sottolinea, inoltre, come l’umorismo possa rappresentare un potente alleato per prevenire e gestire malattie o situazioni di stress: «Sono un grande estimatore dell’umorismo come risorsa profondamente benefica. La risata, così come il pianto, spesso associato a processi catartici, è una potente medicina per il nostro essere nella sua integrità. Riso e pianto sono molto più vicini di quanto si pensi, ma è evidente come siano collegati a un’emotività libera e non inibita o bloccata».
Ma come riuscire ad approcciarsi all’umorismo? In pratica, come si fa? «Per attivare questa risorsa in noi, non c’è bisogno di diventare dei comici, ma esporsi e cercare materiale divertente che per noi risulta tale (ne parliamo anche subito di seguito, ndr)», suggerisce l’esperto. «L’importante è coltivare l’intenzione di ricercare l’aspetto ludico e leggero della vita. A volte, anche solo osservare e riconoscere verità dolorose condivise può attivare l’umorismo, “simpatizzando” con le vicende che si vivono».
Flessibilità, elisir di lunga vita
La vita è un fiume in costante movimento e la capacità di adattarsi ai cambiamenti è fondamentale per mantenere un buon equilibrio psico-fisico. La flessibilità ci permette di affrontare le sfide con un atteggiamento più sereno, di superare gli ostacoli e di cogliere le opportunità che si presentano.
Essere flessibili significa anche saper dire di no quando è necessario, stabilire dei limiti e prendersi cura di sé senza sentirsi in colpa. Per imparare a essere più flessibili, lo psicologo Emilio Gerboni suggerisce due esercizi, utili soprattutto quando ci rendiamo conto che in relazione a uno specifico evento o a un aspetto della vita siamo particolarmente rigidi: «Un primo esercizio consiste nell’allenarci a spostare il nostro punto di vista, l’angolazione, la cornice dalla quale osserviamo la realtà, per adattarci meglio a noi stessi e al nostro mondo. Per chi non è abituato a utilizzare l’umorismo, il consiglio è di esporsi a contenuti divertenti, come spettacoli comici o film umoristici. Esplorare il mondo della comicità aiuta a riconoscere le situazioni comiche nella vita quotidiana.
Un altro esercizio utile è praticare il “gioco delle prospettive”: chiedere a sé stessi come si potrebbe raccontare una situazione in modo divertente o surreale. L’atto di ridere non solo allenta la tensione ma stimola anche la creatività. In questo modo, si può gradualmente sviluppare una visione più leggera della vita e aprirsi alle proprie risorse umoristiche».
Mantieni una prospettiva positiva
Affrontare l’insorgenza di una malattia cronica può essere una sfida enorme, ma non è impossibile mantenere una prospettiva positiva. «Le risorse personali, come una struttura antisismica, ci permettono di resistere agli shock e di ritrovare l’equilibrio», evidenzia l’esperto. «Molte malattie croniche mettono a dura prova, come un forte terremoto. Più robuste e numerose sono le nostre risorse, più saremo capaci di mantenere una prospettiva positiva».
Fondamentale per sviluppare una forza interiore antisismica è l’atteggiamento di “utilizzazione” che proviene dal contributo dell’ipnosi Ericksoniana, uno dei principali approcci nei quali lo psicologo è specializzato.
«L’ipnosi Ericksoniana è un approccio terapeutico che si concentra sulle risorse personali del paziente. A differenza dell’ipnosi tradizionale, questa forma si basa sulla narrazione e sul dialogo. Utilizza metafore e storie per facilitare il cambiamento e favorire l’accesso alle risorse interiori. È una tecnica flessibile, che si adatta alle esigenze individuali, permettendo alle persone di riorganizzare i propri apprendimenti e trasformare i limiti in potenzialità. Questo approccio è particolarmente utile per affrontare ansie e stress, consentendo una nuova comprensione delle esperienze vissute», puntualizza Gerboni.
«È uno stato naturale che tutti sperimentiamo quando, ad esempio, siamo profondamente immersi in una cosa che ci coinvolge, quando ci abbandoniamo ai nostri pensieri e stacchiamo dalla realtà».
Infine, un’azione concreta di supporto: come possiamo aiutare le persone a riconoscere le proprie risorse personali e a utilizzarle attivamente per affrontare sfide legate alla salute, soprattutto in momenti di grande stress o cambiamento?
«Un modo efficace per aiutare le persone a riconoscere le proprie risorse è incoraggiarle a rievocare situazioni passate in cui hanno dimostrato resilienza o capacità di affrontare difficoltà. Questo può essere fatto attraverso esercizi di riflessione guidata o journaling. La chiave è portare alla luce esperienze positive e risorse nascoste. Inoltre, durante momenti di stress o cambiamento, è fondamentale mantenere un atteggiamento aperto verso l’apprendimento e il supporto esterno. Quando si è in difficoltà, spesso emergono risorse sconosciute; riconoscerle e valorizzarle permette alle persone di affrontare le sfide con maggiore sicurezza».
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