I contagi continuano a salire, soprattutto in Campania (QUESTI GLI ULTIMI DATI). Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, appena rieletto, non ci ha dovuto pensare molto prima di dare nuove regole e ristrettezze, nello specifico per quel che riguarda la movida.
Notizia accolta non bene dai commercianti che a fatica stanno provando a rialzarsi dopo i mesi di lockdown. Sull’argomento abbiamo ascoltato Giulio De Angelis, vice presidente vicario della ConfCommercio di Avellino
Attività di somministrazione, ristorazione e ricettive sono le prime colpite dalla nuova ordinanza restrittiva anti covid del presidente della Campania De Luca. Non è stata certo una buona notizia…..
“Questa decisione non ci aiuta, chiaramente, ma se serve per sensibilizzare ben venga. Lo dico da tempo, il vero problema è il non seguire le norme, la mancanza di buonsenso. Queste restrizioni sono un danno per i commercianti: paghiamo dazio per l’irresponsabilità di pochi, mi auguro che questo weekend, e oltre, la gente si renda conto che dobbiamo rispettare regole. Le nostre attività sono di somministrazione, ristorazione, e sono tutte in grado di rispettare le norme di sicurezza anti contagio, ho verificato anche di persona in diverse di queste. Chiaramente quello che accade fuori è incontrollabile. I controlli da parte delle istituzioni ci sono ma vanno un po’ intensificate, ma il cittadino deve essere responsabile. O ci rendiamo conto che il Covid esiste e dobbiamo conviverci ancora per molto, oppure pagheremo tutto“.
Il presidente De Luca è stato chiaro: il prossimo passo sarà la chiusura totale e di conseguenza delle attività commerciali. Siete preoccupati?
“Le rispondo con una domanda: cosa dovrebbe fare De Luca visti tutti i contagi? Penso sia sbagliato, ma la colpa non è di certo di De Luca né delle forze dell’ordine, bensì dell’irresponsabilità della gente, di chi non educa. Questo virus circola, ci sono modi per difenderci, difendiamo anche gli altri e non blocchiamo l’economia, non esiste terapia o chissà quale altro rimedio in attesa del vaccino. La gente deve discernere quando ascolta parlare in tv o per strada: la gestione del virus è diventata un fatto personale, ognuno ha un’opinione su come ci si dovrebbe comportare. Ormai è come la partita della Nazionale di calcio, quando tutti sono allenatori: ora invece sono diventati tutti virologi. L’italiano si attribuisce un ruolo che non ha.
Gli imprenditori stanno investendo tanto nelle attività per proteggere tutti. Anche noi abbiamo fatto il nostro: abbiamo spiegato come funziona, sono arrivati dei finanziamenti per i quali ci siamo impegnati, facciamo formazione, ma chi deve attuarle sono le persone. Per me la Campania paga anche perché i tamponi andavano fatti a tutti, non solo a chi rientrava dalla Sardegna“.
Dopo il lockdown e la conseguente riapertura delle attività, il settore si era ripreso?
“Lentamente qualche segnale c’era stato. Anche consentire l’utilizzo dello spazio esterno ai locali, ad esempio nel centro storico: questo ha creato movimento e interesse. Spero questo possa continuare anche ora, ma senza mascherine non si va avanti. Il ristoratore o il barista non può mettere uno steward ad ogni tavolo o davanti al locale, deve essere la persona che si siede ad essere responsabile. Penso che il sindaco di Avellino Gianluca Festa debba obbligare la gente a fare il tampone: se non capiamo quanti sono gli asintomatici la gestione diventa difficile. In tal senso credo che anche la stampa non abbia aiutato, ad esempio con la pubblicazione sui giornali dei nomi dei positivi o delle attività coinvolte: avere il virus non vuol dire ammazzare qualcuno, può succedere. Bisogna prima di tutto fare prevenzione, ma davanti a situazione che si crea bisogna essere consapevoli e contattare l’Asl, che mi dicono stiano lavorando bene“.
Per concludere: cosa potrebbe accedere in caso di un nuovo lockdown?
“Sarebbe un dramma, non saprei dire altro: lo Stato dovrebbe utilizzare soldi destinati ad altre cose per cercare di non far andare al tracollo il Paese a causa di quest’emergenza. Ci sarebbero danni incalcolabili: come si fa a chiudere un negozio di abbigliamento pieno di vestiti invernali, o i negozi di elettronica che magari non vendono a Natale? Per non parlare delle derrate alimentari nei ristoranti. Per qualsiasi decisione, comunque, De Luca ha virologi che lo consigliano, quindi saprà qual è la decisione migliore“.