Sal da Vinci conquista il pubblico irpino, da Rossetto e Caffè ai brani di Scugnizzi

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E’ un bagno di folla quello che accoglie il concerto di Sal da Vinci in piazza Libertà con il suo UniverSal Tour. L’artista partenopeo, legatissimo alla terra irpina, come spiega lui stesso, ricordando che la sorella vive da anni a Grottolella, si conferma animale da palcoscenico come pochi, capace di cantare e ballare, dialogare e scherzare con il pubblico, rivendicando sempre con orgoglio la sua napoletanità- Ad accompagnarlo una sfavillante orchestra di 35 elementi, abilmente coordinati dal maestro Achille Pennino e un gruppo di bravissimi ballerini capaci di rendere lo spettacolo fortemente teatrale e coinvolgente. Sono da poco passate le ventidue quando Sal con un completo nero sale sul palco tra l’ovazione del pubblico.

Il Corso Vittorio Emanuele è gremito, sono famiglie, coppie, giovani e meno giovani che non smettono di fare foto e scattare video. Sal da Vinci sottolinea più volte il potere dell’amore a cui è dedicato il tour “sentimento universale, che rende liberi”, ricorda il primo bacio a sua moglie il 4 luglio di tanti anni fa mentre sullo sfondo scorrono parole collegate all’amore, da Sogno a Invecchiare Insieme e pane quotidiano. E proprio i sogni tornano continuamente nello spettacolo, l’artista si presenta sul palco raccontando come fosse solo un ragazzo con in tasca un manipolo di sogni e come abbia scoperto presto che da grande chiedeva solo di regalare sogni agli altri. Ripercorre i brani che hanno segnato la sua carriera, da “Vera” a “Strignere accussì” scritta insieme a Nino D’Angelo, da “Napule” a “Non riesco a farti innamorare” fino all’acclamata “Rossetto e caffè”.

Racconta aneddoti e passa in rassegna brani che hanno fatto la storia della musica italiana e partenopea, li reinterpreta alla sua maniera con la voce potente che è la sua forza e una capacità straordinaria di tenere il palco, da “Un’emozione da poco” a “Maruzzella”. Fino al bambino che gli chiede i brani di Scugnizzi  e Sal ricorda con emozione le oltre 700 repliche dello spettacolo, più volte proposto al Gesualdo” per intonare alcuni dei brani più amati del musical da “persone, persone” a “Chiammame” e “La città di Pulcinella”. Sottolinea come sia orgoglioso di cantare in una piazza dal nome così bella e ricorda come suo padre Mario cantò l’Inno dell’Avellino nel segno di un legame che non si è mai interrotto. C’è tempo anche per un selfie con il pubblico e il colpo d’occhio eccezionale dell’onda umana lungo il Corso. Cita più volte il maestro Adriano Pennino e l’autore VincenzoD’Agostino, invita sul palco l’attore Ernesto Lama, facendogli auguri per l’ultimo figlio e ringrazia l’amministrazione comunale per l’invito a essere su quel palco. Infine, la promessa di tornare presto



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