“Salvatore, vittima sul selciato. La battaglia per la sicurezza sul lavoro è ancora lunga” – IL CIRIACO

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Di Giovanni Lo Russo*

Salvatore Scognamiglio, 52enne originario di Ercolano, sposato e padre di tre figli, stava effettuando, per conto di una ditta (non edile) degli scavi lungo una strada principale per l’installazione della fibra ottica in paese, quindi con un cantiere mobile e con segnaletica stradale (leggi qui).

E’ stato centrato in pieno e scaraventato contro il suo stesso mezzo di lavoro, mentre attraversava la strada per cercare un po’ di frescura durante la pausa pranzo.

Saranno certo gli organi inquirenti a determinare responsabilità eventuali anche sulla segnalazione del cantiere, a qualificare la colpa che ha determinato un incidente sul lavoro come mortale, ma rimane Salvatore, vittima sul selciato.

L’edilizia e l’agricoltura sono maggiormente i settori dove più alte sono le frequenze di infortuni e delle morti sul lavoro. Se le statistiche registrano, in rapporto ai tassi di lavoro, una flessione degli infortuni, sono costanti quasi quelli mortali. Spesso l’applicazione di altre tipologie contrattuali per lavorazioni edili (dumping contrattuale) non garantisce i livelli necessari alla garanzia della sicurezza piena dei lavoratori, oltre a costituire una elusione dell’impresa da un punto di vista economico.

Come la battaglia per la sicurezza nei luoghi di lavoro, e nella peculiarità del lavoro edile, sia ancora ardua e che vada condotta primariamente sulla formazione continua, sull’osservanza delle misure e dei dispositivi già previsti, sull’applicazione del corretto contratto e in contrasto al dumping contrattuale, dunque sulla repressione di comportamenti illeciti ma pure sulla prevenzione per condotte corrette e che vedono sempre impegnati le parti sociali, lo testimonia quest’ultima tragedia.

Non più essere elusa la sicurezza o considerata accessoria se da questa dipende finanche la vita un lavoratore. Dovrà diventare vincolante l’osservanza di ogni dispositivo previsto in materia di sicurezza attiva e passiva e che la mansione svolta sia suffragata da formazione che istruisca ogni lavoratore sulle condotte e sui rischi connessi.

Questo obiettivo passa pure per un’informazione che dovrà diventare cultura, cultura della sicurezza ma primariamente cultura del lavoro.

La distanza al raggiungimento di questi risultati non è misurata da un rapporto statistico ma dalla morte di Salvatore Scognamiglio. Alla famiglia la nostra vicinanza.

*responsabile Filca Cisl



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