Sanità, tra sprechi e inefficienze – Corriere dell’Irpinia

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Di Pino Rosato

L’edizione di quest’anno, dedicata alle criticità del sistema sanitario, acquisisce un interesse particolare, ponendosi come sollecitazione all’applicazione dei principi di universalità e uguaglianza sanciti dalla Costituzione.
La politica deve avere ben chiaro che la perdita di un SSN pubblico, finanziato dalla fiscalità generale e fondato su principi di universalità, eguaglianza ed equità, determinerebbe un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti. Senza una rapida inversione di rotta, da tracciare già dalla nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza NaDEF) 2024 e, soprattutto, nella Legge di Bilancio 2025, siamo destinati a rinunciare silenziosamente al diritto alla tutela della salute.

“Dati, narrative e sondaggi di popolazione – esordisce Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – dimostrano che oggi la vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale”. Infatti, i principi fondanti del SSN sono stati ormai traditi e numerosi problemi condizionano la vita quotidiana delle persone, in particolare delle fasce economiche più deboli: Interminabili tempi di attesa, affollamento dei Pronto Soccorso, impossibilità a iscriversi a un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, inaccettabili diseguaglianze regionali e locali, migrazione sanitaria, aumento della spesa privata e impoverimento delle famiglie sino alla rinuncia delle cure.
Purtroppo, tutti i Governi degli ultimi 15 anni hanno contribuito al progressivo sgretolamento del SSN attraverso gravi azioni e omissioni:

− Definanziamento cronico – nel decennio 2010-2019, tra tagli e definanziamenti, sono stati sottratti al SSN circa 37miliardi €; il fabbisogno sanitario nazionale è aumentato di soli 8,2 miliardi €, con un tasso di crescita inferiore a quello dell’inflazione.

− Ampliamento del “paniere” dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) – il tanto atteso aggiornamento degli elenchi delle prestazioni non è stato contestualmente accompagnato dall’aggiornamento delle tariffe delle prestazioni di protesica e specialistica ambulatoriale, rendendo impossibile l’esigibilità dei nuovi LEA su tutto il territorio nazionale. L’aggiornamento dei nomenclatori tariffari è stato rinviato al 1° gennaio 2025.

− Sprechi e inefficienze – non è mai stato avviato un piano nazionale per ridurre sprechi e inefficienze.

− Espansione incontrollata del secondo pilastro – forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria finalizzate a una riforma della Sanità integrativa, la cui normativa, frammentata e incompleta, favorisce l’utilizzo strumentale della defiscalizzazione dei fondi sanitari integrativi a vantaggio delle compagnie assicurative.

− Governance Stato-Regioni – In questo scenario di grave crisi della Sanità Pubblica, è stata approvata la legge sull’Autonomia Differenziata che, in assenza della definizione e del finanziamento dei LEP, è destinata ad amplificare le disuguaglianze regionali, legittimando normativamente il divario Nord-Sud e violando il principio di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute.

− Stress Test della pandemia – che ha ulteriormente sfibrato il capitale umano del SSN. Infatti, le conseguenze del tetto di spesa per il personale e della mancata programmazione (blocco delle assunzioni, mancati rinnovi contrattuali, insufficienti borse di studio per specialisti e medici di famiglia) hanno determinato, in un primo momento, una carenza quantitativa di professionisti. Successivamente, l’emergenza COVID-19 ha slatentizzato una crisi motivazionale che ha progressivamente portato da un lato i giovani a disertare l’iscrizione ad alcuni corsi di laurea (es. scienze infermieristiche) e specialità mediche (es. Emergenza- Urgenza), dall’altro i professionisti ad abbandonare il SSN per le strutture private, se non addirittura per l’estero.

A tutto ciò, si aggiungono burnout e demotivazione ad alimentare progressivamente la fuga dal SSN. Licenziamenti volontari e pensionamenti anticipati riducono sempre più la “forza lavoro” della sanità pubblica, peggiorando inevitabilmente la qualità e la sicurezza di chi rimane ed è costretto a turni massacranti per carenza di organico.

Peraltro, i casi di violenza fisica e verbale ai danni del personale sanitario sono in aumento, soprattutto nei Pronto Soccorso, peggiorando ulteriormente la sicurezza, le condizioni di lavoro, oltre che la frustrazione e la demotivazione professionale.

La grave crisi di sostenibilità del SSN, conseguente al sottofinanziamento e alle mancate riforme, è stata ribadita Dalla Corte dei Conti almeno in quattro occasioni nel 2024.

Oggi, per rilanciare il Sistema Sanitario Nazionale, servono visione politica, investimenti rilevanti, coraggiose riforme e un piano di azioni a medio lungo termine. Serve la congruenza di tutte le forze politiche perché il rilancio del SSN non può essere condizionato da ideologie partitiche, dall’alternanza dei Governi né tantomeno può essere legato ad un anacronistico Patto per la Salute triennale, di fatto unico strumento di programmazione economica e sanitaria con cui governo e regioni pianificano la “manutenzione ordinaria del SSN”.

Per aumentare il ritorno in termini di salute delle risorse investite in sanità è indispensabile rilanciare progressivamente il finanziamento pubblico, rivalutare il perimetro dei LEA in maniera Evidence- e Value – based, ridurre sprechi e inefficienze e attuare una riforma della sanità integrativa.

Tutte queste azioni richiedono coraggiose riforme nell’attuale sistema di finanziamento, pianificazione, organizzazione ed erogazione dei servizi sanitari, da attuare parallelamente al rilancio del finanziamento pubblico.

E per questo che la Fondazione GIMBE ha aggiornato il Piano di Rilancio del SSN: un programma chiaro in 13 punti che prescrive la terapia necessaria a salvare il nostro SSN malato. Un piano che ha come bussola l’art. 32 della Costituzione e il rispetto dei principi fondanti del SSN e mette nero su bianco le azioni indispensabili per potenziarlo con risorse adeguate, riforme coraggiose e una radicale e moderna riorganizzazione. Un patto che chiede ai cittadini di diventare utenti informati e responsabili, consapevoli del valore del SSN, e a tutti gli attori della sanità di rinunciare ai privilegi acquisiti per salvaguardare il bene comune.



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