Valle Ufita – La lotta comincia adesso. E parte dallo stabilimento di Industria Italiana Autobus dove le tute blu, in un comunicato, annunciano lo sciopero di quattro ore, in uscita, ad ogni fine turno. Perché “come se non bastassero le forti preoccupazioni dei dipendenti IIA per la cessione delle quote azionarie, da parte di Invitalia e Leonardo al gruppo Seri, la direzione di produzione aggiunge ulteriore caos”. Infatti le linee di lavorazione, comunque, avanzano “senza il completamento delle varie fasi”.
“Oltre al danno, la beffa” scrivono le rsu di fabbrica di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm. In questo modo, infatti, “si mette a rischio l’incolumità delle lavoratrici e dei lavoratori e la qualità del prodotto, vedi la lavorazione del vetroresina in linea e le lavorazioni di recupero costantemente fuori posizione”. Più volte all’azienda sono giunte segnalazioni ma, conclude il comunicato delle tute blu di Valle Ufita, “ha fatto orecchie da mercante”.
Intanto continuano le proteste per quello che è avvenuto. Si continua a considerare, la Seri dei fratelli casertani Civitillo, “inadatta e inaffidabile”. Partono le interrogazioni parlamentari, ultima quella del Pd, come ha annunciato Elly Schleyn ieri ad Avellino per sostenere la candidatura a sindaco di Antonio Gengaro.
Questa è una lotta che appartiene, soprattutto, ai metalmeccanici di Industria Italiana Autobus ma che, almeno questa è l’impressione, sta diventando un caso nazionale. Una vertenza, che coinvolge lo stabilimento ufitano, che quando nacque fu segno di speranza per un futuro migliore, erano gli inizi degli anni 70 del secolo scorso. Adesso si vuole mettere nel dimenticatoio. Per questo una lotta più incisiva, come fu quella di tredici anni fa, ai tempi dell’Iveco, potrebbe rimettere in piedi la questione.