Approvati una serie di debiti fuori bilancio, l’aula consiliare del comune di Avellino, riunitasi nel pomeriggio dopo la lunga e infuocata seduta di ieri (leggi qui), si svuota dei consiglieri di maggioranza su invito del sindaco Gianluca Festa in prima persona.
All’ordine del giorno, dopo l’inversione della discordia di ieri, la mozione presentata dai consiglieri di minoranza per discutere dell’organizzazione del rientro tra i banchi degli alunni delle scuole di Avellino, a partire dal prossimo 7 gennaio. Argomento caldo, e soprattutto non più rinviabile vista l’imminente scadenza, accantonato in favore di una prova di forza che, numeri alla mano dell’aula, inevitabilmente era già vinta a tavolino.
Ed è stato lo stesso sindaco, d’altronde, ad argomentare la sua decisione prima di chiedere pubblicamente la verifica del numero legale. “Non abbandono l’aula, ma questo modo di fare amministrazione e cioè di immaginare il consiglio comunale come un’arena e non come il luogo in cui risolvere i problemi” ha detto Festa dopo aver duramente attaccato la minoranza. “Ieri, in assoluta buona fede, tendendo la mano alla minoranza, anzi alle varie opposizioni, la maggioranza ha proposto l’inversione dell’ordine del giorno per eleggere il vicepresidente dell’assise e reintegrare i consiglieri di opposizione dimissionari nelle commissioni. Da parte nostra un atto di responsabilità, a cui la minoranza ha risposto tenendo il consiglio inchiodato per ore e ore a discutere del regolamento del bike sharing. Credevano di stancarci, invece per l’ennesima volta abbiamo dimostrato coesione e interesse per la città, andando avanti ad oltranza fino a mezzanotte per approvare atti in scadenza ma fondamentali per i cittadini, come ad esempio gli sgravi Tari per i commercianti colpiti dal Covid”. Poi l’accusa ai gruppi di opposizione di essere spaccati al loro interno “oggi non possiamo discutere della mozione presentata dal capogruppo di “Si Può” Amalio Santoro sull’autonomia differenziata, perché lui è impegnato a lavoro ma ieri evidentemente ai suoi colleghi di minoranza l’argomento non interessava. Un atteggiamento che rappresenta uno spartiacque nei rapporti dell’aula: se l’ostruzionismo è la strategia di una minoranza in estinzione, noi non possiamo che ringraziarla perché così ci garantisce la rielezione per i prossimi venti anni. L’opposizione, ieri ha scritto una delle pagine peggiori della storia del consiglio comunale”.
Parole dure, in seguito alle quali al consueto appello dovuto alla richiesta di verifica del numero legale, la maggioranza si è dileguata ad eccezione di alcuni esponenti come Gabriella D’Aliasi, Luigi Preziosi e Alessandra Iannuzzi. Quest’ultima, e non è la prima volta che si dissocia dal resto della maggioranza, ha pubblicamente motivato la sua presenza: “poiché all’ordine del giorno c’era un argomento di grande importanza come l’organizzazione della ripartenza delle attività didattiche in presenza nelle scuole, profondamente avvertito dalla cittadinanza in un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, ho ritenuto opportuno restare in aula, non ritenendo condivisibile la scelta di altri colleghi consiglieri”. Lo scontro è andato in scena nell’aula, fisica e virtuale, dove era presenti gli esponenti di opposizione Francesco Iandolo, Luca Cipriano, Marietta Giordano, Ettore Iacovacci, Nicola Giordano, Franco Russo e Costantino Preziosi.
“Il sindaco è capace di mistificare la realtà in una maniera talmente fantasiosa da sembrare vera- è l’attacco di Francesco Iandolo, capogruppo di Avellino Prende Parte- la verità è un’altra. La minoranza non sta ostacolando il lavoro di nessuno, né sulla vicepresidenza del consiglio né nelle commissioni, argomenti semplicemente rimandati di comune accordo tra tutti i gruppi. Se la maggioranza avesse voluto realmente trattare la ripresa della didattica in presenza, avrebbe potuto tranquillamente farlo visto che è compito suo mantenere il numero legale. Noi siamo stati presenti per quindici ore in aula ieri, ma evidentemente la scuola, cioè un argomento vitale per bambini e famiglie, non è di interesse del sindaco Festa. Un problema serio e complesso che andava trattato collegialmente, per arrivare preparati all’appuntamento del 7 gennaio. La nostra era una mozione di buon senso, presentata perché riteniamo che l’amministrazione non possa limitarsi ad ascoltare i dirigenti scolastici per decidere se e come i bambini possono tornare in aula, ma abbia il dovere di indicare una linea e partecipare all’organizzazione di orari, messa in sicurezza degli istituti, trasporti. C’è bisogno di dati certi per poi prendere misure adeguate a garantire ai bambini il diritto allo studio in piena sicurezza”.
Sul piede di guerra anche il capogruppo de “La Svolta” Costantino Preziosi. “Il colpo di teatro del sindaco era più che atteso: dopo aver portato a casa l’approvazione dei debiti fuori bilancio, si è preso il pallone ed è scappato lasciando il campo di gioco su un argomento più che serio quale è quello della scuola. Ormai mancano i più minimi elementi di tenuta democratica del dibattito consiliare. Il dispetto del sindaco è alle famiglie, non a noi consiglieri di minoranza. Altro che opposizione divisa come dice lui, noi chiediamo semplicemente che venga ripristinato un principio democratico: il Comune non è la casa privata del sindaco, ma la casa della città di Avellino. Non è più tollerabile, come accaduto ieri, che arrivino in aula pratiche con il parere negativo del segretario generale di cui il sindaco si assume la responsabilità. Né è possibile tacere di fronte al populismo di un sindaco che fa demagogia dicendo che grazie a lui i commercianti colpiti dal Covid avranno gli sgravi sulla Tari, dimenticando di comunicare che rispetto al 2019 ci sono 500mila euro di aumento a carico dei cittadini nonostante il venir meno di servizi come lo spazzamento dell’area mercatale e l’isola ecologica. Il tutto nel totale silenzio dei colleghi di maggioranza che l’unica cosa che sanno fare è chiedere l’inversione degli ordini del giorno, per impedire la discussione degli argomenti portati dalle minoranze. In oltre un anno e mezzo di amministrazione l’unica cosa concreta portata a casa dal sindaco, è stata la svendita del Patria e Lavoro su cui però l’ultima parola spetterà alla magistratura penale e contabile. Ma se tutto deve essere disquisito davanti ad un Tribunale o investendo il Prefetto, viene meno la funzione stessa della politica. Stesso discorso per i buoni pasto finanziati dal Governo, oggi vengono erogati sulla base di una graduatoria vecchia di mesi senza verificare se siano o meno cambiate le condizioni dei beneficiari o se essi siano aumentati rispetto a marzo. E non c’è alcun atto pubblicato sul sito dell’ente, le persone si recano alla spicciolata ad uno sportello al piano terra del Comune per compilare un modulo. Oggi mi sarebbe piaciuto chiedere al sindaco se per caso siano stati dati incarichi professionali al Suap, se qualche funzionario ha ottenuto posizioni organizzative senza concorso interno, se il dirigente tecnico a tempo determinato che doveva essere assunto tramite bando è stato o meno selezionato ed in che modo. Tutte cose di cui avremmo voluto parlare, dopo aver affrontato l’argomento scuola, svolgendo il ruolo di controllo proprio dell’opposizione ma, ancora una volta, calpestato dal sindaco”.