Se il datore di lavoro non versa i contributi si perde la pensione? La brutta sorpresa per molti lavoratori

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Il lavoratore che si dovesse accorgere che il datore di lavoro non ha versato contributi per la pensione dovrebbe correre ai ripari. 

Scopriamo quali sono i modi in cui un dipendente può tutelarsi dopo avere scoperto che l’azienda per cui lavora non ha pagato i contributi. La pensione è in pericolo, bisogna salvarla prima che sia troppo tardi.

Il datore di lavoro non versa i contributi, cosa succede? (Ilciriaco.it)

Nel sistema previdenziale italiano i contributi sono un elemento chiave del pensionamento. Servono sia per maturare il diritto alla pensione sia per definire l’importo dell’assegno che si percepirà mensilmente. In base allo scivolo pensionistico da sfruttare occorrerà maturare un diverso numero di contributi. Per la pensione di vecchiaia, ad esempio, bastano venti anni mentre per Quota 103 ne servono 41 e per Opzione Donna 35.

Spetta al datore di lavoro occuparsi del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali ogni mese. Lo stesso è responsabile anche della quota a carico del dipendente. Il lavoratore può verificare tramite il sito INPS che l’azienda versi i contributi senza saltare i versamenti. E se dovesse accorgersi che in un periodo non sono stati versati? Bisognerebbe subito sollecitare il datore di lavoro. Se il sollecito non dovesse avere conseguenze allora si dovrebbero seguire altre strade.

Come recuperare i contributi non versati dal datore di lavoro

Il dipendente può segnalare irregolarità nel versamento dei contributi all’INPS in modo tale da procedere con il recupero dei contributi stessi che non sono stati versati dall’azienda. Il lavoratore ha la facoltà di agire anche in giudizio contro il datore di lavoro per costringerlo a versare la contribuzione non prescritta. Attenzione alla tempistica. Se passano più di cinque anni dal momento in cui i contributi sarebbero dovuti essere stati versati allora diventa tutto più complicato per il dipendente.

Come recuperare i contributi dopo la prescrizione
Prescrizione quinquennale dei contributi, cosa fare (Ilciriaco.it)

La contribuzione, infatti, sarà caduta in prescrizione e non si potrà più versare all’INPS al fine di maturare il diritto alla pensione. Cosa fare allora? A tutela del dipendente c’è la rendita vitalizia. L’azienda che non ha proceduto con il versamento dei contributi per l’assicurazione obbligatoria di invalidità, vecchiaia e superstiti e non può più versarli a causa della prescrizione dovrà fare domanda all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale di costruzione di una rendita vitalizia reversibile da erogare al dipendente.

Tale rendita dovrà essere pari alla pensione oppure alla quota di trattamento relativa all’assicurazione obbligatoria spettante al dipendente in caso di contribuzione versata correttamente. In più il dipendente potrà chiedere il risarcimento del danno a condizione che sia in grado di provare l’esistenza del rapporto di lavoro.



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