Sensual Dance Fit, intervista a Carolyn Smith: il ballo, il tumore

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È simpatica a tutti, ma proprio a tutti, per quel modo di fare schietto e sincero, per il sorriso contagioso e per quell’irresistibile accento british che mantiene intatto, nonostante viva in Italia dall’82. Carolyn Smith, volto noto del grande schermo e dei templi della danza internazionali, è una donna autentica che ha iniziato a muovere i primi passi di ballo a quattro anni, a Glasgow, la sua città natale. Dal 2007 riveste il ruolo di presidente della giuria di Ballando con le Stelle, il talent-show in onda sabato sera su Rai 1 e diretto da Milly Carlucci.
Vulcanica e sempre piena di idee, nonostante la presenza di un intruso (come lei definisce il tumore al seno che l’ha colpita nel 2015), ha aperto in Italia 205 scuole di Sensual Dance Fit, un programma di danza dedicato alle sole donne, di ogni età ed estrazione sociale, per aiutarle a ritrovare la propria femminilità, un portamento sicuro ed elegante e, perché no, quel pizzico di sensualità che resta acceso anche dopo i 60 anni.
L’abbiamo intervistata in aeroporto, mentre stava per recarsi a Londra per aprire otto scuole di Sensual Dance Fit.

Iniziamo dalle note dolenti. Come va con la lotta contro il tumore?

È una battaglia ancora aperta, per ora non ci sono vincitori e vinti. Da poco però, ho iniziato un nuovo tipo di chemioterapia che sta dando risultati incoraggianti. Ho scoperto di avere un tumore al seno, aggressivo e di grandi dimensioni, otto anni fa (2015) quando sono stata sottoposta a mastectomia radicale. Da allora non ho mai smesso di fare chemioterapia: ogni tre settimane mi reco all’Istituto IDI di Roma, dove faccio un’infusione di farmaci chemioterapici. È così da otto anni, mai un momento di tregua perché le cellule maligne si sono ripresentate più volte e io sono continuamente sotto terapia per cercare di tenerle sotto controllo, di evitare che si espandano. Non è facile convivere con una malattia che ormai è diventata cronica.
Ma con le nuove cure spero di intravvedere la parola fine.

Come hai reagito alla diagnosi di carcinoma mammario?

Come chi incappa nel cancro lungo la sua strada, ho dovuto sfoderare tutte le energie e le risorse possibili per affrontare il percorso oncologico, passo dopo passo. Prima gli esami, poi l’intervento demolitivo, la radioterapia e gli infiniti cicli di chemioterapia. Ho affrontato tutto il programma a testa alta, senza piangermi addosso, anche se in alcuni momenti mi sono sentita a terra. All’inizio è stato uno scossone anche per la mia vita di coppia: mio marito Ernestino, padovano doc che ho sposato nel 1997, non l’aveva presa affatto bene. Ospedali, medici e medicine gli incutono timore e sapermi ammalata di cancro è stata per lui una notizia terribile. Ora, dopo otto anni di cure forzate, si è abituato alla situazione e mi sostiene a ogni passo.

So che racconti la tua esperienza su Instagram…

Sì, ho tante storie da raccontare, tante foto e video da condividere con chi apprezza il mio coraggio, la mia determinazione. Nonostante ogni tre settimane debba sottopormi a chemioterapia, per esempio, non ho mai smesso di fare il giudice a Ballando con le stelle. E non mi imbarazzo a mostrarmi con i capelli grigi e cortissimi, messi a dura prova dalle continue terapie. Credo sia importante parlare della propria malattia, delle ricadute e dei successi conseguiti. Non solo per lanciare un messaggio positivo a tutte le donne che, come me, hanno trovato un “intruso” ma anche per continuare a parlare di prevenzione oncologica, della necessità di sottoporsi ai test di screening senza paura. Alcune donne nascondono la testa sotto la sabbia, saltano i controlli, vivono nel segno del fatalismo. Invece no: è giusto che un personaggio pubblico come me metta la sua esperienza al servizio di tutte le donne, che non devono mai perdere la speranza e affrontare le cure con grinta e serenità. Io credo nel valore della sorellanza, nella complicità e nell’alleanza tra madri, figlie, nonne, zie, amiche, colleghe, cugine e sorelle. Se non ci aiutiamo tra noi donne, che ci stiamo a fare?

Il tuo progetto dedicato ai pazienti oncologici?

È quello che mi sta più a cuore. Si chiama Dance for Oncology ed è dedicato esclusivamente a tutte le donne e gli uomini che stanno lottando contro un tumore. È il primo percorso di ballo presentato e approvato dal Ministero della Salute con questa finalità, ed è aperto a tutti i partecipanti gratuitamente. Il corso è basato sempre sulla Sensual Dance Fit (una precisa coreografia da me ideata) ma in versione soft, perché rivolto a persone che stanno facendo la chemio o l’immunoterapia, con il fisico debilitato dalle cure. Le lezioni sono svolte da insegnanti formati a questo tipo di approccio, che ha una valenza sia terapeutica (la danza è arteterapia) sia riabilitativa perché vengono appresi movimenti ed esercizi tesi a ridare forza, equilibrio e stabilità, in un momento in cui magari i farmaci ti procurano tremori e capogiri. Il fine ultimo è quello di imparare ad accettare se stessi e la malattia, acquisire una nuova consapevolezza per non lasciarsi affossare dalle situazioni negative ma gestirle con il corpo, con il cuore e con la mente.

La danza è anche una forma di autodifesa, un ombrello infallibile contro tutto ciò che ci piove addosso. Perché allora non abbandonarsi alla fluidità dei movimenti e rispolverare, anche con un un tumore, quel briciolo di gioia e spensieratezza infantile? Insieme ce la possiamo fare. Per ora i corsi dedicati ai pazienti oncologici sono presenti in 15 città italiane, ma altre 50 insegnanti hanno già aderito al progetto Dance For Oncology, una start-up interessante anche per chi insegna danza, dai mille risvolti terapeutici. Chi volesse fare una donazione o sapere dove poter frequentare, può consultare il sito dance4oncology.it. 

ottobre 2023

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