In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2025, che si celebra oggi, l’Ente idrico Campano ha scelto l’Irpinia, bacino idrico tra più ricchi d’Italia per un confronto sul futuro della gestione della risorsa idrica in Campania. Al convegno tenuto presso Auditorium del Centro Asi di Solofra, che ha visto la partecipazione del sindaco di Solofra, Nicola Moretti, del presidente del Consorzio Asi di Avellino, Pasquale Pisano, dei coordinatori dei sette Ambiti distrettuali Eic e del Presidente dell’Ente idrico campano Luca Mascolo,le conclusioni, secondo il programma, erano affidate al governatore della regione Vincenzo De Luca. Peccato che il presidente della giunta campana, a pochi mimuti dall’inizio dell’incontro, abbia dato forfait per il congresso del PSI, partito che gli ha assicurato ampio sostegno alle regionali. In sua sostituzione è arrivato il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, che non si è sottratto ai taccuini.
Sull’emergenza idrica, che tiene sotto scacco da mesi l’Irpinia, l’assessore regionale all’Ambiente ha respinto con fermezza una visione drammatica della situazione.«Esistono delle criticità, sopratutto nei periodi estivi, ma negli ultimi anni sono stati compiuti passi avanti importanti.È in corso un programma di contrasto alla dispersione idrica, che deve proseguire, soprattutto per l’Alto Calore. La Regione ha stanziato risorse ingenti e, dopo decenni, è stato siglato un accordo con la Regione Puglia per restituire all’Irpinia le sorgenti di Cassano.A breve partiranno i lavori per consentire l’utilizzo delle risorse disponibili. Non basta, infatti, avere una provvista d’acqua: servono infrastrutture adeguate e stazioni di sollevamento, e in questo senso si stanno compiendo interventi concreti. È un quadro in evoluzione e mi pare che siamo sulla strada giusta».
Un altro tema scottante è la crisi dell’ArcelorMittal, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di San Mango senza lasciare margini di mediazione.Il vicepresidente Bonavitacola ha incontrato, poi i lavoratori in una sala del centro Asi insieme ai consiglieri regionali Vincenzo alaia e Maurizio Petracca. «La Regione è già stata presente ai tavoli locali e nazionali, come ben sapete. Purtroppo, torna alla ribalta il problema delle presenze industriali esterne al territorio, soggette alle logiche delle grandi imprese transnazionali, che spesso non tengono conto delle esigenze locali. Tuttavia, non possiamo restare a guardare .Il Governo deve intervenire direttamente per individuare soluzioni adeguate, purché si salvaguardino i livelli occupazionali. Siamo in un momento di crisi e trovare alternative non è semplice». ArcelorMittal ha giustificato la chiusura dello stabilimento anche con difficoltà di approvvigionamento idrico ed elettrico. A questa affermazione, Bonavitacola ha replicato in modo lapidario: «Queste sono chiaramente scuse. E non aggiungo altro».
Su una soluzione concreta per contrastare la desertificazione industriale delle aree interne per il vicegovernatore campano “è fondamentale attrarre investimenti e sviluppare un’imprenditorialità coerente con le vocazioni del territorio, evitando modelli industriali imposti dall’alto”. «Per rendere il territorio più competitivo, le priorità sono il potenziamento delle infrastrutture, un approvvigionamento energetico più efficiente, riducendo i costi per le imprese e la formazione professionale e incentivi per nuove iniziative imprenditoriali. Da non trascurare il ruolo delle Zone Economiche Speciali (ZES), che offrono vantaggi fiscali e semplificazioni burocratiche per agevolare gli investimenti. Come Regione, non possiamo promuovere- aggiunge Bonavitacola – direttamente iniziative imprenditoriali, ma abbiamo il dovere di creare le condizioni favorevoli».
Un altro tema delicato è quello dell’inquinamento delle falde acquifere nell’area montorese- solofrana. La Regione ha stanziato risorse per l’attuazione del piano di caratterizzazione, che è stato eseguito ed è concluso con un relazione dettagliata. Ora però resta da eseguire lo step successivo che è la bonifica, che per Bonavitacola non è l’unica soluzione. « Non si tratta di avviare semplicemente i lavori di bonifica. prima di tutto, bisogna, garantire, che l’uso dell’acqua avvenga nel rispetto degli standard di qualità e della salute pubblica. Il monitoraggio è costante, grazie alla collaborazione tra Arpac e soggetto gestore. In merito alla messa in sicurezza è necessario valutare attentamente costi e benefici. Data la profondità del problema e l l’estensione del problemas, risulterebbe estremamente complessa. Potrebbe essere più sensato garantire un approvvigionamento idrico alternativo da fonti non inquinate».
Sulla gestione dell’impianto di depurazione di Solofra, Bonavitacola ha affermato di voler evitare contrapposizioni ideologiche tra pubblico e privato. «La Regione sta valutando con l’amministrazione comunale la migliore formula gestionale, e la soluzione più adatta sembra essere un modello di società mista, che garantisca sia il controllo pubblico che l’efficienza gestionale del settore privato. Se l’impianto non funziona, non può essere valorizzato né gestito correttamente. La priorità è l’ammodernamento delle infrastrutture».
Infine sull’apertura del pronto soccorso di Solofra Bonavitacola ha ribadito che la questione sanitaria non è direttamente gestibile dalla Regione.«Il Governo ha imposto condizioni precise per consentire alla Regione Campania di uscire dal piano di rientro. Questo significa blocco delle assunzioni, mancati investimenti e risorse ridotte».