Mettiamo da parte per un attimo la figura di Vincenzo De Luca e le simpatie o antipatie personali che la sua personalità debordante può ispirare. Teniamoci ai fatti ,che dovrebbero essere il principale metro per giudicare l’operato di una giunta regionale uscente, con particolare riguardo al nostro territorio. Suggerirei tre aspetti : Sanità, Ambiente, Territorio.
Al di là della gestione in chiave pittoresco-securitaria della pandemia , spesso superflua rispetto ai provvedimenti del Governo centrale, l’emergenza sanitaria ha messo in evidenza tutte le lacune di un sistema regionale sanitario di cui De Luca è stato dominus incontrastato nella veste anche di Commissario straordinario. Con lui è proseguito lo smantellamento o ridimensionamento dei presidi ospedalieri interni (Bisaccia, S.Angelo, Solofra, Ariano) ; la rete territoriale di assistenza domiciliare e sociale , di medicina di base in molte zone è carente se non nulla. E non mi si venga a dire che il tutto è giustificato dal piano di rientro del deficit, perché ben altri erano e sono tuttora le fonti di sperpero, che il buon De Luca non ha intaccato per non tagliare quei cordoni di clientela nel settore, che costituiscono zoccolo duro del suo consenso elettorale.
Sull’ambiente, poi, si avverte ancora più stridente il confronto tra la narrazione deluchiana e la cruda realtà . Lo smaltimento delle ecoballe, comprese quelle dello Stir di Pianodardine, che in breve tempo avrebbe dovuto essere completato, è fermo forse al 5% ed è rimasto lì. La declassificazione dei siti d’interesse nazionale (SIN) da bonificare a Siti di Interesse Regionale (SIR) , in particolare , per quel che ci riguarda , il bacino del Sarno-Solofrana, non ha portato a nulla ; abbiamo decine di siti nel territorio solofrano-montorese, tra cui delle vere bombe ecologiche (ex Corcosol in primis) per molti dei quali non è stato fatto neanche il piano di caratterizzazione: in breve, siamo all’anno zero. La rete di depurazione e gli impianti centralizzati(questi di proprietà e gestione regionale), sono carenti e del tutto inidonei a servire un moderno distretto industriale che voglia uscire dal tunnel di una crisi ultra decennale.
In tutto questo , e veniamo al terzo punto, una classe dirigente lungimirante metterebbe al centro il risanamento del territorio e gli investimenti nella green-economy. Invece , nel vuoto programmatico e politico, abbiamo visto la nomenclatura tecnica di stretta obbedienza deluchiana autorizzare “a prescindere” il più grande saccheggio di territorio ai danni dell’alta Valle dell’ Irno , con fondi pubblici , ricordiamocelo : la Cartiera in zona P.I.P. Montoro Nord. Questo , va detto per onestà intellettuale, con la propulsione locale di amministratori comunali incapaci quanto succubi agli interessi privati.
Si potrebbe continuare ancora , ma non vorrei guastare troppo l’idillio che tanti corregionali hanno intessuto con il Nostro, anche per le mance elettorali elargite grazie al raschiamento di tutti i fondi europei per lo sviluppo e la lotta alle diseguaglianze , che temo rimarranno tali , ed anzi acuite nei mesi a venire.
Renato Siniscalchi, coordinatore Sinistra Italiana circolo Montoro-Solofra
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