Sarà ricordata come una delle campagne elettorali di certo più bollenti finora vissute quella che si è chiusa stasera a Solofra. Polemiche, indagini, accuse, video e audio finiti al centro di un’indagine hanno caratterizzato senza sota e con veri e propri colpi di scena l’imminente voto nella cittadina conciaria. Alle urne ben 2700 elettori, che si recheranno al voto nelle due sezioni 3 e 5 e che decreteranno dopo lo spoglio delle schede il nuovo sindaco di Solofra. In questa sfida, che vede in campo l’uscente Nicola Moretti, Antonello D’Urso e Maria Luisa Guacci, a tenere banco più che lo sviluppo industriale e la diversificazione del polo conciario è stato il caso dell’ipotetico voto di scambio su cui la Procura di Avellino ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di corruzione elettorale.
In un audio in cui conversano due uomini e pubblicato sui social emerge un’ipotetica corruzione elettorale Moretti identifica in uno dei due interlocutori D’Urso e sporge denucia all’Arma dei Carabinieri. Ma nemmeno il tempo degli organi inquirenti di mettersi al lavoro, che spunta un videosui social, dove uno dei protagonisti dell’audio con D’Urso, chiede scusa al candidato di Solofra Libera e dichiara che “quella registrazione avvenuta a sua insaputa non era sua intenzione farla, bensì ordinata da qualcun’altro”.
Dopo un confronto serrato sul caso audio, solo negli ultimi giorni, il clima elettorale si è discostato, in modo lieve, dalle polemiche giudiziarie per far posto ai temi che stanno più cuore ai cittadini. Diverse le proposte formulate dai tre aspitranti alla fascia tricolore. Al centro dell’impegno di Moretti oltre la diversificazione del nucleo industriale, la gestione della risorsa idrica, soprattutto ci sarà un proficuo rapporto di collaborazione con l’Asi, la valorizzazione del nosocomio, la concreta tutela del territorio dal rischio idrogeologico. Mentre per D’Urso è necessario un cambio di rotta rispetto al passato con una politica amministrativa che “parta dall’adesione agli ultimi bandi previsti per i Fondi Pnrr, che valorizzi il polo industriale tramite l’accesso all’Area Zes prevista per il Mezzogiorno. Una politica quella che D’Urso vuole mettere al centro del suo agire, che non dimentichi “nessuna area del territorio comunale per mettere in atto ogni opportunità di potenziamento in termini, di servizi, viabilità, e sviluppo soprattutto per le frazioni abbandonate a se stesse”. Invece per la Guacci Solofra “ha bisognlo di una stabilità ed esperienza”. Qualità che hanno consentito alla città di acquisire grandi traguardi ottenuti dall’amministrazione comunale in cui è stata vicesindaco.
L’approvazione del Puc, l’affidamento del servizio idrico integrat, da parte della Regione al comune, la risoluzione dell’emergenza idrica, e i progetti approvati con il PNRR dimostrano “la credibilità di una squadra, che ha voglia di portare a termine un percorso di crescita e che ha visto, a causa della giunta di Moretti, lo sgretolamento di parte di quel prezioso capitale in termini di opere e risultati, costruito con impegno, in questi dieci anni, dall’ex sindaco Michele Vignola.
Ora per Solofra, dopo lo spoglio delle schede, si aprirà un nuovo capitolo, che di sicuro dopo il Covid e la crisi economica, sarà cruciale per il suo futuro e per la sua storia, che negli ultimi anni, tra scandali e polemiche, non gli hanno permesso di ricoprire il ruolo di primo piano ricoperto in passato. Uno spazio che Solofra merita di riacquisire in Irpinia e che potrebbe essere il faro di guida per una cosciente promozione dell’intera Montorese- Solofrana, estromessa da tempo dall’agenda dei protagonisti della politica irpina sopita su sterili ed evidenti personalismi.
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