Solofra,RSA Guarino:pronto il ricorso contro il commissariamento della Regione

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Solofra, per la RSA Guarino,il Cda pronto a presentare un ricorso sulla delibera di commissariamento   della Regione Campania. Nei giorni scorsi l’ ente regionale aveva disposto  la revoca delle autorizzazioni per la struttura irpina.

In una missiva inviata della Direzione generale per le politiche sociali della Regione, al presidente  e ai componenti  del cda della Residenza Anziani, al Consorzio A5,  al sindaco di Solofra e all’arcivescovo di Salerno, è stato comunicato l’avvio  del procedimento di attuazione  dei poteri sostitutivi.
«A seguito di ulteriori segnalazioni anche anonime pervenute con riguardo alle assunte criticità ed irregolarità nella gestione della RSA, veniva richiesto all’Ambito dei Serviz Sociali A5 di riferimento in indirizzo di conoscere lo stato del procedimento avviato dal medesimo nei confronti della ASP Casa di Risposo” Fabrizio Guarino” per la revoca delle autorizzazioni al funzionamento dei servizi residenziali quale casa Albergo per persone anziane”.
La Regione specifica che la revoca dei provvedimenti di autorizzazione e di accreditamento  per la  “Fabrizio Guarino” è dovuta “a delle criticità ed irregolarità rilevate dall’Ambito A5 nell’esercizio delle funzioni di controllo e di vigilanza sulle attività e sui servizi erogati dall’Azienda e avvia il procedimento di scioglimento dell’organo di Amministrazione ordinario”. Decorsi  i 30 giorni dalla comunicazione di avvio del procedimento di scioglimento del Consiglio di amministrazione si procederà alla nomina, con decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania, di un Commissario per la reggenza temporanea dell’Azienda in sostituzione del disciolto ordinario organo amministrativo.

Da tempo alla “Fabrizio Guarino” di Solofra sarebbe in atto una vera e propria guerra nel merito della gestione assistenziale. Alcune criticità sono state segnalate alla Procura della Repubblica, perché, secondo le accuse, fosse fatta piena luce su alcune carenze che fanno capo al Consiglio di amministrazione. Del cda dell’ente assistenziale fanno parte monsignor Mario Pierro, Antonio Aufiero e Vincenzo Famiglietti ai quali dalla coordinatrice del servizio era stata notificata in una lunga relazione, alcuni mesi fa,  il disagio a cui sono costrette le operatrici.  Il presidente del Cda  dopo la relazione della coordinatrice , si sarebbe dichiarato disponibile ad aprire una discussione sulle carenze denunciate. Ma con il tempo  le frizioni non si sarebbero appianate, anzi sarebbero addirittura aumentate tra i componenti del cda. Da qui un vortice di incomprensioni, che hanno portato ad un deficit graduale delle prestazioni e alla revoca poi delle autorizzazioni da parte della Regione Campania su valutazione del Consorzio dei servizi sociali A5.



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