Si è svolto sabato 27 novembre a Montefredane(AV) il convegno promosso dalla Proloco e dal Comune sul tema: Spopolamento delle aree interne e crisi del lavoro. Sono intervenuti i relatori: Gianni Festa, direttore de Il Quotidiano del Sud, lo scrittore e giornalista Generoso Picone, e Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino. Monia Gaita ha moderato il confronto. Ad aprire il dibattito è stato il sindaco, l’avvocato Ciro Aquino che ha reso la sua esperienza: “Quando ho avuto l’occasione di andare fuori per lavoro, ho puntualmente declinato l’invito. Ho voluto resistere e mettermi in gioco qui, nella mia terra. Non amo l’idea di un Sud piagnucolone, rinunciatario e lagnoso. Preferisco l’idea di un Sud che lotti per il riscatto e le sfide della modernità. Anche nel mio ruolo di sindaco mi sto adoperando a realizzare una prospettiva concreta di sviluppo per Montefredane che gode di una posizione strategica nella Valle del Sabato”.
Per Gianni Festa: “Il terremoto non ha spazzato via solo le case, ma anche la classe dirigente. Oggi i politici accampano alibi per giustificare ciò che non viene fatto. Siamo in balìa di uno sfrenato individualismo che rischia di non sfruttare al meglio le risorse del Recovery Fund. Non abbiamo ben compreso l’importanza di questi finanziamenti e senza una cabina di regia a coordinare regioni ed enti locali, ricadremo nella palude dei ritardi e delle manovre clientelari. La partita dei piccoli paesi non si disputa sui personalismi e sui campanilismi, ma su una visione collettiva e strategica di un progetto di ricostruzione. Servono infrastrutture e prospettive concrete di sviluppo da agganciare al treno della modernità”.
Generoso Picone si è concentrato sul nuovo strumento europeo per la ripresa economica: “Il Recovery Fund o Next Generation UE rappresenta la possibilità di ridisegnare un modello di vita più moderno e avanzato, e un futuro sostenibile per le prossime generazioni. Si va dallo svecchiamento del pubblico impiego alla digitalizzazione, all’efficienza energetica, all’incremento delle strutture, al potenziamento edilizio e dei trasporti. Non mi piace la retorica vieta dell’Irpinia incontaminata dei borghi, dell’Irpinia come la terra impareggiabile e migliore. Dobbiamo fare tesoro della lezione del terremoto dell’80 affrontando i problemi nodali: attrezzare i paesi di servizi, avere l’idea di una terra da proiettare in uno scenario regionale atto a richiamare o portare indietro coloro che si sono allontanati”. Franco Fiordellisi ha citato Manlio Rossi Doria: – Il grande meridionalista contro “il circolo chiuso della miseria” fronteggiò efficacemente le insufficienze e le pecche dell’agricoltura con le riforme, le bonifiche, i piani di sviluppo e la trasformazione fondiaria. Si sforzò di contrastare i monopoli, gli squilibri tra il Nord e il Sud, esaltare il settore manifatturiero e le ruralità di eccellenza imprimendo slancio all’azione politica. Oggi il confronto con i soggetti politici è frastagliato e tronco, imbevuto di una visione più municipale che generale. C’è l’urgenza di incrementare le infrastrutture, le ferrovie; penso all’asse Benevento-Avellino-Salerno, alla linea Avellino-Rocchetta Sant’Antonio, alla stazione Hirpinia in Valle Ufita. Monia Gaita si è soffermata sullo spopolamento:
“ Lo spopolamento non è mai solo uno spopolamento economico. C’è uno spopolamento fisico, umano, di presenze, dove la piena della solitudine e dell’abbandono arriva a coprire i paesi, ad allagarne il senso di comunità, a fare delle case tanti vecchi stanchi e addormentati. C’è poi un altro spopolamento, che è quello delle coscienze, quello che fallisce l’aggancio con i valori, con i doveri e l’entusiasmo di agire, quello che usura il rapporto fiduciario con i luoghi e impedisce un soddisfacente livello di vita personale e associata”.
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