C’erano i Sindaci di Pratola Serra, Avellino, Altavilla, Atripalda e Montemiletto ieri sera nell’Auditorium “Giovanni Paolo II” di Pratola Serra per parlare del futuro di Stellantis in un confronto pubblico organizzato dal locale Presidio “Pasquale Campanello” di “Libera” con il patrocinio morale del Comune.
All’incontro, che si è svolto davanti ad una platea numerosa e attenta, composta da diversi lavoratori dello stabilimento irpino, è intervenuto anche il sindacato metalmeccanico. Per il sindaco di Pratola Serra Gerardo Galdo la crisi del gruppo Stellantis, e quindi anche dell’ex FCA, “è in buona parte riconducibile alla transizione energetica e, soprattutto alla Commissione Europea che ha vietato la produzione e la vendita di veicoli endotermici”. In sintonia il segretario della Fim Cisl Luigi Galano, per il quale “lo stabilimento irpino paga scelte errate che arrivano anche dal passato”. Non nasconde la sua preoccupazione la sindaca di Avellino Laura Nargi: “Stellantis è la fabbrica più importante della nostra provincia, è una vertenza alla quale bisogna prestare la massima attenzione”.
Punta il dito contro le scelte dell’azienda Giuseppe Morsa, segretario della Fiom Cgil: “La transizione energetica è diventata un problema anche perché non è stata gestita: non ci sono infatti in campo politiche e strategie mirate e condivise. Serve un piano per la riconversione condiviso tra Governi e Commissione Europea, insieme all’azienda e al sindacato, come del resto avvenuto in altre parti del mondo, come in Cina e negli Stati Uniti”.
Morsa rimarca gli errori e la poca attenzione anche della Regione Campania. “Il Governatore De Luca – osserva -ha finalmente convocato un tavolo per il prossimo 11 dicembre, dal quale dovrebbero emergere delle novità importanti sia in riferimento alle politiche industriali da mettere in campo, che sul finanziamento della cassa integrazione e della formazione dei lavoratori”.
Per l’associazione Libera “l’automotive è stato di fatto abbandonato: “Non basta investire sulla rottamazione, che rappresenta un beneficio solo per chi acquista. La verità è che la transizione sta causando morti e feriti ovunque, perché non sono state avviate politiche concertate. Bisogna fare rete dal basso per difendere i nostri territori”.
Un appello a fare fronte comune, che arriva in chiusura di un anno decisamente complicato per lo stabilimento irpino. Nel corso del 2024, sono stati prodotti circa 330.000 motori, poco più della metà della capacità complessiva di uno stabilimento progettato per sfornarne oltre 600mila. Difficile, almeno in questa fase, fare previsioni più o meno attendibili anche sui livelli occupazionali. Oggi a Pratola Serra sono impiegate 1500 unità, circa 300 in meno rispetto a dieci anni.