La querelle dei tamponi della S.S. Lazio continua. Nonostante Massimiliano Taccone, presidente del CdA della Futura Diagnostica (laboratorio irpino dove vengono processati i tamponi della società biancoceleste) avesse provato a fare chiarezza sulla situazione ai nostri microfoni (QUI L’INTERVISTA) la situazione non si è placata.
E’ dunque sceso in campo lo stesso patron della Lazio, Claudio Lotito, che in un’intervista a Repubblica ha fatto il punto della situazione. Tra le varie spiegazioni date, anche il perché la società romana avesse deciso di far processare i tamponi ad Avellino.
Queste le sue parole in merito: “Quando c’è stata necessità di introdurre i tamponi per tutta la squadra, ho chiesto allo Spallanzani ma mi hanno detto che non era il caso. Poi c’era il Campus biomedico, che era vicino a Trigoria ed era l’unico nel Lazio, se lo immagina la gente in fila e noi che passiamo avanti? Non mi andava che si pensasse che i giocatori avevano una corsia preferenziale rispetto ad altri cittadini, la salute è uguale per tutti. Quando ho chiesto per la Salernitana mi hanno detto che c’era il centro di Taccone, uno dei pochi convenzionati con la Regione Campania. E abbiamo scelto lui anche per la Lazio“.
Su come sono andate le cose, però, ha voluto far chiarezza anche Walter Taccone, padre del già citato Massimiliano, che oltre ad essere l’ex patron dell’Us Avellino 1912, è il fondatore di Futura Diagnostica. Taccone ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, dichiarando: “Nella Lazio non esistono casi di Covid, anche gli ultimi tamponi effettuati oggi (ndr, ieri) hanno escluso situazioni di positività all’interno della squadra e dello staff. Tutti i giocatori sono a disposizione di Inzaghi. Dal 1996 abbiamo effettuato oltre un milione di test di biologia molecolare: una branca che non si occupa solo di virologia, ma anche di maternità, tumori, fertilità. Abbiamo una lunga storia. Ho fondato la Futura Diagnostica nel 1996, l’ho diretta e ora è guidata da mio figlio Massimiliano. Io sono in pensione e rivesto il ruolo di consulente scientifico“.
E ancora sulla discrepanza tra i loro test e quelli della UEFA: “Appresa la notizia, il presidente Lotito mi telefona e mi chiede di ripetere gli esami. E per noi i tre giocatori sono negativi. Lotito, a quel punto, decide di non rischiare e di lasciare a casa i giocatori. Dopo che i calciatori erano stati trovati positivi per la prima volta, rispettando il protocollo, il 30 ottobre la Futura Diagnostica effettua nuovi test ai componenti della squadra e dello staff. Immobile, Lucas Leiva e Strakosha risultano ancora negativi. Non è tutto: considerando che nella Lazio alcuni giocatori si trovavano invece in quarantena, come da regolamento, effettuiamo altri controlli anche sabato 31. E la negatività al doppio tampone autorizza legittimamente la Lazio a convocare Immobile, Leiva e Strakosha. Questi ultimi due, per noi, sono negativi. Mentre, nel caso di Immobile, segnaliamo una lieve reattività del gene N, che non è patogenicamente interessato all’infezione Covid-19“.
Restano però, infine, i sospetti sulla Lazio, e la FIGC indaga: “Non capisco perché mai avremmo dovuto fornire un dato diverso dalla realtà. Sarebbe gravissimo. In merito ai sospetti, non ho voglia di parlare. Chissà, forse qualcuno insegue un tornaconto personale. Ma per me l’argomento è chiuso. Zero commenti“.